Bellingham naufraga col Real Madrid nel derby, ma non perde la sua anima: nobile gesto alla fine
Brusco risveglio per il Real Madrid domenica sera nella sesta giornata della Liga: i Blancos, che avevano iniziato la stagione facendo percorso netto con cinque vittorie in campionato e quella all'esordio in Champions contro l'Union Berlino, sono crollati nel derby con l'Atletico Madrid. Una sconfitta per 3-1 che lascia il Real a 15 punti e lo fa superare dal Barcellona e dal sorprendente Girona a quota 16.
La doppietta dell'ex Alvaro Morata, intervallata dalla rete di Antoine Griezmann, ha stroncato il tentativo di rimonta delle merengues imbastito col gol di Kroos. Nel dopo partita Carlo Ancelotti ci ha messo la faccia: "Potrei fare meglio, è chiaro. Quando non si fa quello che va fatto, la responsabilità è mia, ma ho le spalle molto larghe. Assumermi la responsabilità è il minimo. È colpa mia".
Il tecnico italiano non ha ricevuto nel derby il contributo che si aspettava dalla nuova stella della squadra, il 20enne Jude Bellingham, pagato a peso d'oro in estate dal Real. L'attaccante della nazionale inglese, valutato quasi 140 milioni nell'operazione col Borussia Dortmund, è partito benissimo a Madrid, con 6 gol e un assist realizzati nelle prime 7 partite stagionali, tra cui la rete segnata all'ultimo respiro all'Union Berlino.
Attesissimo nella sfida del Metropolitano, Bellingham è stato uno dei peggiori in campo, rischiando anche l'espulsione a tempo quasi scaduto per un bruttissimo intervento su Correa, per il quale è stato graziato dall'arbitro ricevendo solo il cartellino giallo.
Il ragazzo si è poi riscattato – almeno dal punto di vista del comportamento – con un gesto ben più nobile fatto al termine del match, al momento di abbandonare il campo e rientrare negli spogliatoi. Il nazionale inglese, pur comprensibilmente abbattuto per l'esito della partita, ha avuto la sensibilità di compiere qualcosa di profondamente rispettoso per il club avversario, che nella circostanza era anche il padrone di casa.
Bellingham ha visto lo stemma dell'Atletico Madrid sul terreno di gioco e lo ha aggirato per non calpestarlo. A soli 20 anni l'attaccante del Real ha dimostrato di avere grande presenza di spirito per notare lo stemma – pur nel tourbillon di emozioni del momento – e soprattutto contezza di quel codice non scritto che lo ha fatto scartare di lato prima di prendere la via degli spogliatoi. Applausi per lui anche dai tifosi dei Colchoneros.