La Juventus è stata sconfitta in finale di Coppa Italia dal Napoli. Vincono gli azzurri ai calci di rigore dopo 90 minuti scanditi da 2 pali e dalle prodezze di Buffon. La delusione dei bianconeri è grande: la gara dell'Olimpico regala l'ennesimo dispiacere, il secondo titolo che sfugge dalle mani dopo la Supercoppa contro la Lazio. Il presidente, Andrea Agnelli, si rende protagonista di un gesto molto bello: nonostante tutto, è accanto al collega, Aurelio De Laurentiis, per consegnare le medaglie ai calciatori partenopei.
Un atteggiamento positivo, che restituisce "calore umano", sincera partecipazione emotiva a una serata condizionata dalle rigide regole del protocollo e dall'escamotage digitale adottato per riempire lo stadio di tifosi. Che tristezza, davvero, quelle finte bandierine sventolate da sostenitori virtuali.
Che bello, invece, il fairplay del numero uno della ‘vecchia signora'. Non è uno scherzo della grafica né frutto di un trucchetto informatico. Andrea Agnelli – come spiegherà il patron dei campani – è lì anche per onorare un accordo preso prima del match, a prescindere dall'esito. Sia lui sia De Laurentiis avevano deciso che sarebbero stati presenti sul palco, nei pressi del tabellone con le medaglie destinate ai giocatori, per rendere il giusto encomio ai protagonisti dell'incontro. È una delle immagini più belle dell'evento che scaccia quelle di un calcio rissoso, egoista, spaccato e incapace di evolversi.
Un grande esempio di sportività nonostante il momento difficile da digerire per la sconfitta. E fa niente che s'è trattata di una violazione del cerimoniale asettico, imbalsamato e "fai da te" inizialmente previsto. La scelta dei due presidenti è stata presa anche per mandare un segnale di condivisione rispetto alla necessità di distanziamento e di isolamento che ha fatto irruzione nel calcio come nella vita pubblica del Paese. Lo sport è anche questo, al di là del risultato.