Beffa Napoli, il Tottenham molla Milik e si fionda su Vinicius: da esubero azzurro a vice Kane
Napoli, la beffa è servita. In pochi forse ricordano quando nell'agosto del 2018, nel ritiro degli azzurri, si presentò tale Carlos Vinicius. Brasiliano classe 1995, di cui se ne parlava un gran bene all'epoca. Carlo Ancelotti, allenatore degli azzurri, non rimase stupito dalle capacità di questo ragazzo lasciandolo partire in prestito. Rio Ave e Monaco in prestito prima della cessione a titolo definitivo, nell'estate 2019, al Benfica per 17 milioni. Una grossa plusvalenza per il Napoli che l'aveva pagato appena 4 milioni di euro. Praticamente un affare dato che si trattava di una meteora.
Ma così non è stato, il destino ha voluto che Vinicius entrasse nuovamente a far parte della storia del Napoli, ma in un altro modo. Gli azzurri, dopo aver visto sfumare l'affare Milik alla Roma, stanno cercando di vendere il polacco in Inghilterra. Il Tottenham sembrava interessato all'affare prima però di rivalutare i termini d'acquisti pensando ad una soluzione più rapida: Vinicius. La meteora, scartato senza troppi rimpianti dal Napoli, sta facendo saltare il passaggio di Milik agli Spurs causando, di conseguenza, un duro danno economico a De Laurentiis.
Napoli, beffa Tottenham: molla Milik e si fionda sull'ex meteora azzurra Vinicius
Sembra un vero scherzo del destino quello che sta maturando in queste ore in casa Napoli. Il Tottenham infatti, interessato da settimane all'acquisto di Milik, dopo che il trasferimento del polacco alla Roma è saltato, avrebbe mollato il centravanti per fiondarsi sull'ex meteora azzurra: Carlos Vinicius. Quest'ultimo arriverebbe agli Spurs con la formula del prestito con opzione a 36 milioni di sterline.
Una soluzione più comoda per gli inglesi che andrebbero a prendere un giocatore che nelle ultime tre stagioni, tra Rio Ave, Monaco e Benifica, ha segnato qualcosa come 40 gol, ben 18 nell'ultimo campionato portoghese. Un vero e proprio giocatore esploso dopo essere stato scaricato dal Napoli nel 2019 che si era lasciato ingolosire troppo dalla possibilità di una grossa plusvalenza (pagato 4 e venduto a 17 milioni) senza badare minimamente alla qualità del giocatore.