Bayern Monaco e PSG fuori dalla Superlega, è ufficiale: “Il calcio è di tutti”
Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sulle posizioni di Bayern Monaco e PSG riguardo ad un possibile ingresso – in qualità di membri ‘fondatori' – nella neonata Superlega, le prese di posizioni ufficiali dei due club le hanno spazzate via nella giornata di oggi.
In effetti qualcuno ipotizzava che i due club potessero ancora entrare nei 15 posti fissi della nuova competizione continentale, ma non avverrà nulla di tutto questo, come annunciato dalla società bavarese in una nota ufficiale e dai campioni di Francia per bocca del loro presidente Al Khelaifi.
Il club tedesco – per lasciare pochi dubbi – ha sparato a 9 colonne sul proprio sito e poi sui social: "L'FC Bayern dice no alla Superlega". Inequivocabile. Aggiungendo poi le dichiarazioni altrettanto forti dei propri dirigenti, il presidente Hainer e il CEO Rummenigge.
"L'FC Bayern Monaco ha una posizione chiara sulla questione della Super League – si legge nel comunicato – ‘I nostri membri e tifosi rifiutano una Super League', ha detto il presidente Herbert Hainer. ‘Come FC Bayern, è nostro desiderio e obiettivo che i club europei vivano la meravigliosa ed emozionante competizione che è la Champions League e la sviluppino insieme alla UEFA. L'FC Bayern dice no alla Super League'.
Il CEO Karl-Heinz Rummenigge ha ribadito che: ‘A nome del consiglio, vorrei chiarire esplicitamente che l'FC Bayern non prenderà parte alla Super League. L'FC Bayern è solidale con la Bundesliga. È sempre stato ed è un grande piacere per noi poter giocare e rappresentare la Germania in Champions League. Ricordiamo tutti con affetto la nostra vittoria della Champions League 2020 a Lisbona, non si dimentica un momento così felice. Per l'FC Bayern, la Champions League è la migliore competizione per club al mondo".
Parole chiarissime, anche sul piano del carico emotivo in aggiunta alla sostanza del rifiuto netto della Superlega. Non meno tranchant sono quelle arrivate a distanza di pochi minuti, per bocca di Nasser Al Khelaifi, plenipotenziario del Paris Saint-Germain, rieletto oggi nell'Esecutivo UEFA a Montreux come rappresentante – al pari di Rummenigge – di quell'ECA da cui invece Andrea Agnelli è sparito in una notte, pur essendone presidente.
"Il calcio europeo è in un momento cruciale, dove tutte le parti in causa devono lavorare insieme, in buona fede, con dignità e per proteggere il gioco che amiamo. Il PSG ha la ferma convinzione che il calcio sia un gioco per tutti. Siamo una famiglia e una comunità, il cui tessuto sono i nostri tifosi e credo che non dovremmo mai dimenticarlo. C'è un chiaro bisogno di far evolvere le esistenti competizioni UEFA, come presentato ieri dalla stessa UEFA a conclusione di 24 mesi di intense consultazioni tra tutte le federazioni europee. Noi crediamo che ogni proposta senza il supporto della UEFA – un'organizzazione che lavora per gli interessi del calcio europeo da quasi 70 anni – non risolva i problemi attualmente affrontati dalla comunità del calcio, ma sia mossa da interessi personali. Il Paris Saint-Germain continuerà a lavorare con l'UEFA, con l'ECA e tutta i protagonisti del calcio europeo, basandosi sui principi della buona fede, della dignità e del rispetto per tutti".
Se dunque i 12 ‘fondatori' della Superlega vorranno arrivare ai 15 membri fissi annunciati, dovranno guardare altrove.