Balotelli non ha dubbi: “Se parliamo di qualità, non ho nulla da invidiare a Messi e Ronaldo”
Mario Balotelli conta i giorni che lo separano dalla quasi sicura convocazione da parte del CT azzurro Roberto Mancini per i playoff che l'Italia giocherà a marzo per cercare di acciuffare la qualificazione ai prossimi Mondiali. Nel primo match contro la Macedonia a Palermo e poi – in caso di auspicata vittoria – nella successiva partita contro la vincente tra Portogallo e Turchia, servirà gente pronta, giocatori al meglio della forma. Il Balotelli turco di questa stagione risponde perfettamente al requisito richiesto.
Il 31enne attaccante bresciano sta trascinando il neopromosso Adana Demirspor allenato da Vincenzo Montella in un campionato di alta classifica che ha sorpreso tutti: il terzo posto dista appena un punto, il secondo quattro, in una Super Lig dominata dal Trabzonspor, ormai avviato a vincere il titolo con un distacco siderale sulle altre. Sono 11 gol e 5 assist in 24 partite per Balotelli, che intervistato da The Athletic riavvolge il nastro dei ricordi pensando a quello che avrebbe potuto essere e non è stato. Qualche rimpianto c'è, ma resta la consapevolezza di non essere calcisticamente inferiore a nessuno, inclusi i mostri sacri Messi e Ronaldo.
"Ho perso alcune occasioni per essere a quel livello. Sono sicuro al 100% che la mia qualità sia allo stesso livello di queste persone, ma io ho perso alcune occasioni. Succede. E al giorno d'oggi non posso dire di essere bravo come Ronaldo, perché Ronaldo ha vinto quanti Palloni d'Oro? Cinque? Non puoi paragonarti a Messi e Ronaldo, nessuno può. Ma se parliamo solo di qualità, di qualità calcistica, non ho nulla da invidiare loro, a dire il vero – spiega sicuro Balotelli – Se avessi avuto la mentalità di adesso quando ero al City, probabilmente avrei potuto vincere un Pallone d'Oro, ne sono sicuro. Ma quando cresci maturi di più…".
L'ex Inter e Milan adesso è concentratissimo per recuperare il terreno perduto, grazie all'acquisita maturità: "L'unico obiettivo che ho è andare in Nazionale e provare a portare la squadra italiana al Mondiale, cercando anche di arrivare ai primi tre posti in campionato con l'Adana. So che non è facile, ma sono queste le cose più importanti in questo momento. Sento che può essere così per il resto della mia carriera, ed è quello che voglio, voglio solo tornare in Nazionale. Gli ultimi due anni non sono stati molto facili per me, a Monza e Brescia. Ho avuto anche degli infortuni. Per me la normalità dovrebbe essere essere in Nazionale. La cosa che non è normale è quando non lo sono. Quindi ovviamente sto lavorando per essere lì a marzo quando avremo le qualificazioni e spero che sarò convocato".
Voltandosi indietro, Balotelli riconosce soprattutto un errore fatto nella sua carriera: "Penso che sia stato il mio più grande errore, lasciare il Manchester City. Nell'anno in cui sono partito ho giocato molto bene a Milano per un anno e mezzo, ma dopo ho avuto dei problemi. E ora che sono più grande, so che non avrei dovuto lasciare il City in quel momento. Tutti questi anni hanno visto il City migliorare, migliorare e migliorare. Avrei potuto essere come Sergio Aguero per molto tempo…".
L'attaccante nato a Palermo da immigrati ghanesi risponde poi amaramente alla domanda sul razzismo: "Se mi sento più accettato ora? Le persone si preoccupano di te solo quando hanno bisogno di te. È quello che succede e l'ho visto molte volte con giocatori diversi anche nel mondo. Le persone ti amano quando hanno bisogno di te. Quando non hanno bisogno di te, ti odiano. Cominciano a dire cose razziste e cose stupide. Non si tratta di tutti gli italiani, ma ci sono alcune parti d'Italia che posso dire che non gli piaccio. Ma ora – forse perché hanno bisogno di me – cambiano idea. Ma non appena le cose andranno male, torneranno indietro e mi insulteranno".