Audio sparito di Inter-Juventus 2018, De Santis: “Può nascere una nuova Calciopoli”
A campionato fermo, nell'attesa che il Governo italiano si pronunci sulla ripresa (o meno) della Serie A, a tenere banco sono le polemiche scoppiate dopo la rivelazione dell'ex capo della Procura federale, Giuseppe Pecoraro, sull'audio sparito che durante Inter–Juventus del 2018 tracciò il dialogo tra l'arbitro, Daniele Orsato, e i collaboratori nella cabina di regia della Var.
L'episodio in questione fa riferimento alla mancata espulsione del centrocampista bianconero, Miralem Pjanic, per fallo commesso su Rafinha. Già ammonito, a causa dell'intervento scomposto il bosniaco rischiò il secondo cartellino giallo e il "rosso". Il direttore di gara, però, fischiò solo la punizione in favore dei padroni di casa suscitando le proteste molto forti dei nerazzurri.
La conduzione di Orsato – che in precedenza aveva espulso Matias Vecino su segnalazione della Var per un brutto fallo su Mario Mandzukic – fu oggetto di contestazioni e torna di stretta attualità oggi che l'ex procuratore della Figc ha raccontato che nei documenti consegnatigli dall'Aia dopo quella partita mancava il file della registrazione della conversazione tra l'arbitro e la control room. Al netto della prima spiegazione (ovvero che quel dialogo non c'è mai stato perché l'arbitro ha deciso direttamente e in caso di ammonizione non è previsto intervento da protocollo) resta il dubbio: che fine hanno fatto le conversazioni tra assistenti in cabina di regia considerato che anche quelle sono tracciate?
Come ha fatto Orsato a non prendere una decisione così evidente – ha ammesso l'ex arbitro, Massimo De Santis, a Radio Punto Nuovo – con due assistenti in campo e altri due davanti al monitor? Perché soggetti che sono davanti a un monitor non riescono a decidere? Perché Pecoraro, quando era nei suoi poteri, non ha chiesto una modifica dei protocolli immediata? Oggi su quelle chiacchiere potrebbe nascere una nuova Calciopoli.
Curioso che a parlare così sia proprio l'ex direttore di gara che, ai tempi dello scandalo di Calciopoli, fu costretto a rinunciare alla convocazione per il Mondiale in Germania (2006) per il suo coinvolgimento nell'inchiesta. Nel luglio dello stesso anno Massimo De Santis venne inibito per 4 anni su delibera della CAF e nel 2007 ufficialmente dismesso dalla CAN di A e B. Finito in tribunale con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva e frode in competizione sportiva, nel 2015 la Cassazione confermò la condanna a un anno (pena sospesa) per l'ex direttore di gara (che rinunciò alla prescrizione).