video suggerito
video suggerito

Aubameyang racconta la terribile rapina: “Mio figlio arrivò di corsa: papà ci sono degli uomini in casa”

Pierre-Emerick Aubameyang racconta per la prima volta cosa accadde la drammatica sera del 28 agosto 2022, quando una banda di uomini armati si introdusse nella sua casa di Barcellona per rapinarlo: una vicenda che lo vide picchiato selvaggiamente e ha avuto ripercussioni su tutta la sua famiglia da allora.
A cura di Paolo Fiorenza
16 CONDIVISIONI
Immagine

Sono passati due anni e mezzo, ma il trauma è sempre lì, impossibile da superare: la terribile rapina subìta nella propria abitazione, con tutta la sua famiglia presente e un'aggressione fisica che lo lasciò con la mascella fratturata, è un ricordo stampato a fuoco nella mente di Pierre-Emerick Aubameyang. Il 35enne attaccante gabonese, dalla scorsa estate approdato all'Al Qadsiah in Arabia Saudita, racconta per la prima volta con particolari crudi cosa accadde la sera del 28 agosto 2022, quando una banda di uomini armati fece irruzione nella sua casa di Barcellona, club che avrebbe lasciato di lì a poco per tornare in Premier League al Chelsea dopo l'esperienza all'Arsenal.

Aubameyang racconta la rapina in casa a Barcellona: è stato picchiato con violenza bestiale

"Mio figlio più grande è arrivato di corsa e mi ha detto: ‘Papà, ci sono dei ragazzi in casa' – è l'inizio del drammatico racconto fatto dal calciatore a The Athletic – Gli ho detto: ‘Nasconditi e basta'. Sono entrati da fuori, dove mia moglie stava fumando con mia cugina e il suo fidanzato. Hanno preso lui e sono entrati in casa. Mia moglie urlava. Avevano una pistola".

Aubameyang ricorda di aver "preso una grande bottiglia" e di essere salito al piano di sopra per cercare di affrontare con quell'arma improvvisata i malviventi: "In quello stesso momento mia cognata era lì con il nostro figlio più piccolo. Ho detto anche a lei: ‘Vai e basta. Cerca di nasconderti da qualche parte'. È stato allora che ho visto la banda. Erano quattro o cinque, credo. Uno aveva la pistola e mi ha detto: ‘Abbassati e basta'. Ho detto: ‘No, no, no. Dimmi cosa vuoi'. Abbiamo parlato e lui ha detto: ‘Siediti'. Ho detto: ‘No'. È stato allora che ha iniziato a colpirmi".

Il gabonese descrive un uomo con guanti rinforzati con metallo, che gli ha sferrato diversi pugni che gli hanno rotto la mascella: "Volevo combattere, ma uno di loro è andato giù e ha preso i miei figli e mia cognata. A quel punto, non potevo fare nulla. Se fai qualcosa di sbagliato, può succedere qualcosa anche a loro. Siamo andati in giro per la casa e ho dato loro quello che volevano, così potevamo stare bene".

Il trauma non superato dalla famiglia di Aubameyang: "Ogni volta che i bambini sono soli, hanno paura"

La vicenda ha avuto un impatto psicologico devastante per Aubameyang e la sua famiglia: "Se fossi stato da solo, nessun problema. Avrei potuto gestirlo, perché mentalmente sono stato preparato a tutto nella vita, grazie ai miei genitori. Ma quando hai una moglie e dei figli, è diverso. Dopo quello che accadde quella sera, i bambini mi hanno detto: ‘Papà, non voglio andare a scuola, ho paura che succeda qualcosa lì'. Per un anno il mio piccolo ha detto: ‘Non riesco a dormire da solo'. È stata una grande lotta. Ce l'hai sempre in mente".

La situazione non è migliorata dopo il trasferimento in Inghilterra al Chelsea e poi ancora al Marsiglia: "Ci pensavo sempre. Ho passato così tante notti così: non dormivo per niente, pensavo solo a quella m***a. Hai degli incubi. Sono un ragazzo che, se non dormo bene, non darò alla squadra quello che si aspetta da me, non sarò al meglio… Ogni volta che i bambini sono soli, hanno paura. Ho ancora quella casa, ma da allora non ci sono più tornato. Penso che inizierò ad affittarla perché i miei figli non vogliono andare a Barcellona. La loro scuola ha organizzato un viaggio lì, hanno detto: ‘Non ci posso andare'. Ho fatto un errore a non parlare con nessuno. Se avessi avuto qualcuno con cui parlare, un terapeuta o uno psicologo, forse mi avrebbe aiutato. Ma non volevo fare niente. A dire il vero, ero perso".

16 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views