Attacchi social, il Lecce difende il raccattapalle abbracciato da Rebic: “Ha 19 anni, era affranto”
Stiamo vivendo giorni molto particolari, giorni in cui una società di calcio è costretta a prendere posizione sull'abbraccio che un suo racchettapalle si è scambiato con un calciatore in campo per gli attacchi ricevuti sui social network. Ieri, nella prima gara dopo il lockdown per la pandemia Covid-19, il Lecce è sceso in campo in uno stadio Via del Mare deserto contro il Milan per le norme anti-contagio previste dal protocollo sanitario: al 57′ Ante Rebic ha siglato il 3 a 1 per la squadra rossonera, chiudendo definitivamente il match, e in attesa che arrivassero i suoi compagni dalle retrovie per festeggiare è andato ad abbracciare un raccattapalle che era posizionato dietro la porta di Gabriel. Il tutto è apparso piuttosto naturale e il ragazzo è rimasto quasi sorpreso per quel gesto ma proprio quel giovane raccattapalle è diventato oggetto di offese e di insulti.
A dire il vero non si è ben capito il motivo di questa presa di posizione e di questa ondata di malcostume da parte di alcuni tifosi salentini nei confronti del giovane a bordo campo fosse riferita alle norme anti-Covid non rispettate oppure perché ha festeggiato con un avversario mentre la sua squadra è in difficoltà. Il mistero rimane ma il club pugliese ha dovuto difendere il ragazzo sul proprio profilo Twitter ufficiale da questi attaccchi:
Ha 19 anni, vive in provincia di Lecce e da cinque anni milita nel nostro Settore Giovanile, coltivando il sogno di esordire in prima squadra con la maglia giallorossa in una gara ufficiale. Sogno accarezzato in amichevole con il Cosenza. Nella partita di ieri con il Milan viene designato per fare il raccattapalle. Rebic dopo aver segnato il gol lo vede affranto e, compiendo un bel gesto, lo abbraccia per rinfrancarlo.