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Atalanta Champions League 2019-2020

Atalanta ‘sostenibile’ in Champions: costi ottimizzati per il ‘secondo debutto’ di Gasp

Poche ore allo storico debutto dell’Atalanta in Champions League che esordirà questa sera in casa della Dinamo Zagabria. L’ingresso nell’élite del calcio europeo non ha però stravolto la politica societaria del club orobico: ingaggi e acquisti low-cost a caccia di plusvalenze per costruire la rosa a disposizione di Gasperini che torna nella prestigiosa competizione continentale a distanza di 8 anni dalla sua prima e, finora, ultima volta.
A cura di Michele Mazzeo
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La Champions League 2019/2020 ha preso il via ieri, ma per l’Atalanta di Gian Piero Gasperini comincerà questa sera Stadio Maksimir dove i bergamaschi debutteranno per la prima volta nella loro storia nella competizione per club più prestigiosa d’Europa nella gara d’apertura del gruppo H contro i padroni di casa della Dinamo Zagabria.

La Champions non dà alla testa: la Dea resta ‘sostenibile’

Tutto pronto dunque per lo storico esordio in Champions League, altra tappa del progetto iniziato tre anni fa dalla società orobica, ma la filosofia della dirigenza nerazzurra non è assolutamente cambiata. «Noi non crediamo né abbiamo mai pensato di essere nell’élite del calcio: ogni estate si riparte da zero, di consolidato non c’è nulla e il primo criterio rimane la sostenibilità economica» continua a ripete l’amministratore delegato Luca Percassi rispecchiando il pensiero del papà, il patron Antonio Percassi.

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Quasi un miliardo il gap tra le rose di City e Atalanta

Non è un caso dunque che il solco tra Manchester City e Atalanta (che si scontreranno il 22 ottobre per la terza giornata di Champions), come ha evidenziato uno studio del Cies, è di 921 milioni di euro se si considera la cifra per l’acquisto dei cartellini che i Campioni d’Inghilterra hanno speso in più rispetto ai bergamaschi per assemblare il gruppo affidato a Pep Guardiola: un miliardo e 14 milioni contro i soli 93 milioni che pongono la Dea dietro a tante altre squadre italiane che alle competizioni europee non ci partecipano da tempo (per esempio il Bologna o il Cagliari).

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Monte-ingaggi da medio-bassa classifica di Serie A

Sostenibilità non solo nei cartellini, ma anche negli ingaggi, come dimostra il nostro report sugli stipendi della Serie A. Il Papu Gomez è diventato il più pagato, percependo quasi 2 milioni di euro a stagione. I circa 16 milioni, a budget per gli stipendi (netti) annuali dei calciatori della prima squadra, pongono l’Atalanta non esattamente nella Champions League degli ingaggi. Anzi. Rispetto al resto del massimo campionato italiano, infatti si tratta di un monte stipendi di media-bassa classifica (14a davanti soltanto a Parma, Spal, Udinese e alla tre neopromosse Brescia, Verona e Lecce). L’approdo nell’élite del calcio europeo dunque non ha cambiato la politica della Dea, cioè ottimizzare i costi, fare plusvalenze ed evitare follie.

 

La seconda ‘prima volta’ in Champions di Gasperini

Se per l’Atalanta quella di questa sera sarà la prima assoluta in Champions League, lo stesso non si può dire per il suo tecnico Gian Piero Gasperini. Per il deus ex machina del “miracolo orobico” infatti si tratta di un ritorno dato che esattamente 8 anni fa (il 14 settembre del 2011) l’allenatore di Grugliasco guidò l’Inter a San Siro contro i turchi del Trabzonspor in quella che fino a ieri era la sua prima e unica panchina nella competizione. Ovviamente Gasp si augura che questo “nuovo debutto” abbia un epilogo diverso dato che all’epoca uscì sconfitto per 1-0 dal Meazza e qualche giorno più tardi venne esonerato prendendosi il non prestigioso primato di unico allenatore nella storia interista (escludendo Corrado Verdelli che nel 2003 guidò la formazione per una sola partita) a non aver vinto neanche un incontro.

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