Atalanta, Ilicic non convocato per il Parma: lo sloveno è ormai un caso
Scorrendo tra i nomi dei convocati di Gian Piero Gasperini, per il match contro il Parma, salta all'occhio l'ennesima assenza di Josip Ilicic. Il giocatore sloveno, che fino a prima del lockdown era stato tra i trascinatori dell'Atalanta, è stato infatti lasciato a casa dal tecnico per la quinta volta consecutiva a causa di una sua scarsa condizione fisica. La decisione di Gasperini non ha spiazzato la tifoseria, ma ha però alimentato nuovamente le voci sul ‘problema' del giocatore che, secondo alcuni, non sarebbe di carattere fisico ma personale.
Quelle parole pronunciate giorni fa dallo stesso allenatore bergamasco ("Gli siamo tutti vicini"), hanno infatti generato molti dubbi sull'assenza del giocatore: interrogativi ai quali, giustamente, il club orobico non ha mai voluto dare risposta. Gasperini dovrà dunque fare ancora a meno di lui in occasione della sfida contro il Parma, con la speranza di poterlo recuperare in pieno per il quarto di finale di Champions League contro il Paris Saint-Germain.
Le parole di Gasperini
"Ci pensiamo eccome a quella sfida ma il modo migliore di arrivarci è giocare in modo attento e concentrato queste ultime due gare di campionato – ha spiegato il tecnico nell'intervista concessa al sito della Dea – Vincendo entrambe le gare rimaste potremo arrivare secondi, miglior risultato di sempre della storia dell'Atalanta. Il traguardo più importante era quello di qualificarci in Champions ma faremo di tutto per vincere queste ultime due partite".
"Questo periodo è stato difficile per tutte le squadre sotto tutti gli aspetti – ha aggiunto Gasperini – Da parte nostra abbiamo sempre mostrato una buona condizione e tenuta. E anche la fortuna ci ha permesso di non perdere giocatori finora, tranne Ilicic. È stato un campionato strano. Senza pubblico non è stata la stessa cosa. Siamo riusciti ad adattarci e ora speriamo che la gente torni presto negli stadi. Speriamo che a settembre tornino ad esserci condizioni più normali, perché il calcio così perde troppo".