Atalanta-Fiorentina, cori razzisti a Dalbert: Orsato ferma il gioco per 3′
Il tema del razzismo nel calcio è purtroppo ancora molto attuale nel calcio italiano. L'ultimo brutto episodio è andato in scena nel corso di Atalanta-Fiorentina, posticipo domenicale delle 18 della 4a giornata di Serie A. L'esterno viola Dalbert è stato preso di mira dai tifosi avversari che hanno intonato nei suoi confronti dei cori razzisti. Una situazione che ha spinto l'arbitro Orsato a sospendere il match per circa 3′ prima dell'annuncio dello speaker che ha richiamato i protagonisti del becero gesto. Il presidente della Fifa Infantino ha stigmatizzato il tutto, evidenziando che "In Italia la situazione non è migliorata e questo è grave"
Atalanta-Fiorentina, cori razzisti a Dalbert
Brutto episodio al 32′ di Atalanta-Fiorentina. L'esterno della formazione ospite Dalbert si è fermato richiamando l'attenzione dell'arbitro. Secondo quanto riportato da Sky, l'ex Inter preso di mira da alcuni cori razzisti da parte dei tifosi nerazzurri ha chiesto ad Orsato di prendere provvedimenti. Gioco fermo, con il direttore di gara che attraverso l'auricolare si è messo in contatto con il quarto uomo e il delegato della Lega, chiedendo di mandare negli altoparlanti il classico annuncio in cui si ribadisce il divieto di scandire cori razzisti o di discriminazione territoriale. Dopo 3′ con i calciatori fermi sul terreno di gioco, è arrivata la comunicazione accolta dai tifosi dell'Atalanta con fischi. Fortunatamente l'episodio non si è più ripetuto e il match è andato avanti.
Infantino e il fenomeno del razzismo in Italia
A commentare l'accaduto ai microfoni di 90° minuto su Rai 2 ci ha pensato il presidente della Fifa Gianni Infantino. Quest'ultimo ha evidenziato la gravità del fenomeno del razzismo negli stadi italiani: "Il razzismo si combatte con l'educazione, condannando, parlandone, non si può avere razzismo nella società e nel calcio. In Italia la situazione non è migliorata e questo è grave. Bisogna identificare gli autori e buttarli fuori dagli stadi. Ci vuole, come in Inghilterra, la certezza della pena. Non bisogna avere paura di condannare i razzisti, dobbiamo combatterli fino alla fine".