Astori, la famiglia si costituirà parte civile al processo. La prima udienza il 5 dicembre
A causa di uno sciopero degli avvocati indetto dalle Camere Penali slitta a giovedì 5 dicembre l'udienza preliminare per la morte del calciatore della Fiorentina Davide Astori. L'ex direttore della medicina sportiva dell'ospedale di Careggi Giorgio Galanti è accusato di omicidio colposo. All'udienza erano presenti i legali della famiglia di Astori e della compagna Francesca Fioretti. Il difensore del dottor Galanti potrebbe decidere per il rito abbreviato. L'avvocato della Fiorentina, l'avvocato Nino D'Avirro, ha fatto sapere che la Fiorentina parteciperà in ‘qualità di persona offesa per solidarietà e vicinanza alla famiglia', ma non si costituirà parte civile.
L'accusa per il dottor Galanti
Astorì morì 4 marzo del 2018. Per l'accusa il capitano della Fiorentina morì per la mancata diagnosi di una patologia, la cardiomiopatia aritmogena diventricolare. Secondo il pm Antonino Nastasi sarebbero stati violati i protocolli cardiologici per il giudizio di idoneità allo sport agonistico. La procura contesta al dottor Galanti il rilascio di due diversi certificati di idoneità alla pratica del calcio, nel luglio 2016 e nel luglio 2017. I certificati d'idoneità, secondo l'accusa, sarebbero stati rilasciati nonostante fossero emerse nelle prove da sforzo aritmie cardiache che avrebbero dovuto indurre i medici a effettuare accertamenti più approfonditi. Secondo la procura la patologia se fosse stata diagnosticata mentre si trovava in una fase iniziale la carriera del giocatore si sarebbe interrotta, ma tramite farmaci la malattia si sarebbe rallentata.
L'inchiesta bis sulla morte di Astori
Il dottor Galanti è indagato anche nell'ambito dell'inchiesta bis per falso materiale commesso da pubblico ufficiale in concorso con la dottoressa Toncelli, medico del centro specialistico di medicina sportiva di Careggi. L'inchiesta riguarda un certificato medico relativo a un esame, lo Strain, che Davide Astori non avrebbe mai effettuato. Indagato anche l'attuale direttore del centro Pietro Amedeo Modesti, a cui è contestata l'ipotesi di reato di soppressione, distruzione e occultamento di atti veri.