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Guerra in Ucraina

Assurdo a Napoli, lo striscione “No alla guerra” non può entrare allo stadio: l’arbitro è russo

A pochi minuti da Napoli-Barcellona, le autorità hanno negato l’ingresso all’interno dello stadio dello striscione “No alla guerra”. L’arbitro della partita è russo.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Lo sport per promuovere un messaggio di pace dopo la guerra esplosa tra Russia e Ucraina. Era l'intenzione di alcuni sostenitori del Napoli che a pochi minuti dall'inizio del ritorno dei playoff di Europa League contro il Barcellona, si sono visti negare dalle autorità la possibilità di portare sulle tribune del ‘Maradona' uno striscione di pace con su scritto: "No alla guerra". Il motivo è piuttosto discutibile: la presenza degli arbitri russi. Quella frase sullo striscione è stata infatti interpretata come un messaggio di valore politico vista la presenza (casuale vista la giornata) in campo dell'arbitro russo Karasev finito senza colpe in un'autentica bufera.

Con lui anche gli assistenti Igor Demeshko e Aleksei Lunev che sono suoi connazionali, come anche il quarto uomo Kirill Levnikov. Lo striscione in questione avrebbero voluto portarlo all'interno dello stadio gli ‘Ultras 72', ovvero un gruppo organizzato della Curva B. Una presa di posizione inaspettata che diventa ancora più grave se si considera che oltre agli striscioni di pace, è stato negato l'ingresso anche delle bandiere ucraine. La decisione è stata presa dalla Uefa che ha imposto a tutti di non creare ulteriori problemi dopo quanto sta accadendo negando anche un messaggio di pace che può solo fare bene in un momento drammatico per l'Ucraina e per l'intera Europa.

Non è la prima volta che la Uefa attua una presa di posizione del genere. Anche in occasione degli ultimi Europei infatti, il sindaco di Monaco di Baviera aveva fatto richiesta alla Uefa e alla Federazione tedesca di illuminare con i colori della bandiera arcobaleno lo stadio che avrebbe ospitato Germania–Ungheria a sostegno delle diversità, tolleranza e uguaglianza; sia in polemica con le leggi del parlamento ungherese che aveva imposto restrizioni alla diffusione e alla condivisione di contenuti che si occupano di omosessualità e transessualità per i minori di 18 anni. La Uefa però negò questa iniziativa motivandola in maniera chiara: faceva riferimento a motivazioni o slogan di tipo politico.

Ecco perché il Napoli ha invece deciso di lanciare comunque un messaggio di pace prima dell'ingresso in campo delle due squadre mostrando uno striscione con la scritta ‘STOP WAR'. Con un tweet la squadra azzurra ha dunque voluto anticipare questa iniziativa che è di fondamentale importanza in queste ore di angoscia, paura e sgomento per le vicende che vengono raccontate dall'Ucraina. Lo sport ha il compito di promuovere la pace e soprattutto in manifestazioni di tale spessore, con tantissimi tifosi allo stadio e davanti alla tv, è importante mostrare la propria posizione in maniera forte cercando di porre un freno a un conflitto, quello tra Russia e Ucraina, che ha lasciato senza parole l'intera Europa e anche il mondo dello sport.

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