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Arrivabene svela il messaggio ricevuto una sera da Mino Raiola: “Sei un grande”

Maurizio Arrivabene è l’uomo che deve fare andare d’accordo conti e competitività della Juventus: “Con Pogba le cose si stanno evolvendo molto bene, la presenza di certi giocatori è importante sia dal punto di vista tecnico che commerciale”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Oggi, giorno in cui ha annunciato ufficialmente gli addii di Dybala e Bernardeschi per scadenza dei rispettivi contratti, assieme a quello di Morata per mancato riscatto dall'Atletico Madrid, la Juventus è tornata a parlare per bocca del suo amministratore delegato, Maurizio Arrivabene, in una lunga intervista a Tuttosport. È stata l'occasione per spiegare ancora una volta le linee guida che ispirano l'azione del club bianconero in questo momento storico estremamente difficile per tutti.

"Non c'è una nuova Juventus, c'è la Juventus che come obiettivo ha la continuità a mantenere una squadra ad altissimi livelli e mirare ad altissimi traguardi – spiega il 65enne dirigente bresciano – Non starò a ripetere la famosa frase di Boniperti sul fatto che “'vincere è l'unica cosa che conta', ma l'obiettivo è sempre quello. Stiamo progettando una Juventus che parta dal calcio, perché rimane il nostro cuore pulsante, ma che si allarghi in altre dimensioni. Io credo che il marchio Juventus abbia enormi potenzialità e che possiamo andare oltre i confini italiani, facendoci scoprire altre aree di business da sfruttare. Ovviamente tutto parte da una squadra vincente o competitiva ad alti livelli, senza di quella fai molta fatica".

Maurizio Arrivabene è l'Ad della Juve dal 2021, in precedenza aveva diretto la Ferrari
Maurizio Arrivabene è l'Ad della Juve dal 2021, in precedenza aveva diretto la Ferrari

Il potenziale della Juve come marchio globale non può prescindere dai campioni e per un de Ligt che spinge per andare via, come spiegato dallo stesso Arrivabene ("impossibile trattenere un giocatore che se ne vuole andare"), c'è un Pogba che sta per tornare a Torino dopo 6 anni: "Gli stiamo parlando e le cose si stanno evolvendo molto, molto bene – annuncia l'Ad bianconero – La presenza di certi giocatori è importante sia dal punto di vista tecnico che commerciale, il mio sogno sarebbe avere un giocatore italiano che venga riconosciuto a livello internazionale: un Totti, un Del Piero, un Buffon, un Paolo Rossi del 1982. Oggi come oggi devi pensare a un giocatore dal valore commerciale che travalichi i confini dell'Italia. L'idea è che nella squadra ci sia sempre un giocatore che abbia un appeal internazionale, come ci ha insegnato Ronaldo. Lui non è stato sfruttato fino in fondo per colpa del Covid. È un grande dispiacere, perché non abbiamo sfruttato appieno il potenziale".

Pogba, come de Ligt, è un giocatore della scuderia del compianto Mino Raiola, scomparso lo scorso aprile. Arrivabene svela cosa gli scrisse un giorno il potente agente italo-olandese: "Mi è capitato di incontrarlo, anche perché ero curioso di conoscerlo. È stato uno che ha cambiato le regole del gioco rendendole più difficili per i club e più vantaggiose per i giocatori. Lui è stato un procuratore di quelli che sapevano dirigere la carriera di un giocatore, disegnandola e mettendola in atto. Poi c'è il tipo di procuratore passivo che accompagna il giocatore e ne soddisfa le esigenze, Mino progettava. Si ricorda quando dissi: ‘I giocatori seguono più il procuratore che la maglia'? Beh, quella sera lì Mino mi mandò un messaggio: ‘Sei un grande! Hai detto benissimo!'. Io ho risposto: ‘Mino, ma non hai capito che ce l'avevo con te'. E lui mi ha risposto: ‘Lo so, lo so'. Ovviamente lo prendeva come un complimento…".

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