Arriva il VAR a chiamata, l’IFAB dà il via libera: come funzionerà, chi lo chiederà e quante volte
L'IFAB – ovvero l'ente che dispone in maniera esclusiva sui cambi regolamentari nel gioco del calcio – ha dato il via libera all'estensione del ‘VAR a chiamata' ai campionati professionistici, dopo l'esito positivo della sperimentazione avvenuta durante i recenti Mondiali femminili Under 17 nella Repubblica Dominicana, che si sono conclusi ad inizio novembre. Sarà di fatto una versione ‘low cost', visto che sarà implementato solo nelle competizioni dove non c'è il VAR vero e proprio, ovvero sui campi dove sono presenti solo una o poche telecamere. Potremmo vederlo presto anche in Italia, visto che la FIGC lo scorso ottobre ha inviato una lettera allo stesso International Football Association Board per richiedere ufficialmente la possibilità di avvalersi del VAR a chiamata nei tornei giovanili e in Serie C, che rientrano nella tipologia di competizioni circoscritta dall'IFAB.
Come funziona il Football Video Support, ovvero il VAR a chiamata
Questo VAR ‘basic' è stato chiamato "Football Video Support", proprio per distinguerlo chiaramente dal suo fratello maggiore, e potrà essere utilizzato nelle divisioni inferiori, dove per motivi di costi o logistici non sono installate le telecamere in numero sufficiente per disporre del VAR e del relativo personale in una sala dedicata. Qua non ci sarà nulla di tutto questo, ma solo un monitor a bordo campo che ritrasmetterà le uniche immagini disponibili – fornite dalle poche telecamere presenti – ad uso esclusivo dell'arbitro di campo, non assistito da nessun altro e cui spetterà unicamente la decisione sull'episodio contestato, dopo che l'allenatore di una delle due squadre avrà effettuato la ‘chiamata' per chiedere che venga rivista al video un'azione dubbia.
I legislatori dell'IFAB hanno quindi deciso di estendere a livello globale l'implementazione del nuovo sistema, la cui ratio – ovvero la ‘chiamata' di parte – potrebbe in futuro andare ad integrare anche l'attuale VAR. Nel protocollo del FVS agli allenatori è consentito fare due reclami rispetto alla prima decisione dell'arbitro. A quel punto il direttore di gara esaminerà quanto accaduto su un monitor posto a bordo campo, con le riprese fornite da un tecnico video. Qualora il ‘challenge' abbia successo, non sarà defalcato dal computo delle chiamate residue per ogni tecnico delle due squadre.
Dove sarà introdotto il VAR a chiamata
Durante gli scorsi Mondiali femminili Under 17, l'allenatrice dell'Inghilterra Natalie Henderson ha contestato con successo un gol concesso al Messico nella seconda partita del girone: l'arbitro ha convenuto che il pallone non aveva oltrepassato la linea dopo aver rivisto il video al monitor. L'utilizzo di questo ‘VAR low cost' consentirà di avere finalmente implementato l'utilizzo della tecnologia sia nei Paesi più piccoli che nelle competizioni di livello inferiore in quelli più ricchi.
Il direttore tecnico dell'IFAB, l'ex arbitro della Premier League David Elleray ha spiegato: "È progettato principalmente per le competizioni in cui sono disponibili solo una, due, tre o al massimo quattro telecamere. Quindi potrebbero giovarsene anche la League One e la League Two (rispettivamente la terza e quarta serie inglese, ndr). Quello che va sottolineato è il concetto di ‘chiaro ed evidente'. Perché quando hai una sola telecamera, deve essere abbastanza chiaro ed evidente perché la decisione venga cambiata".
"Quindi sarà nella fascia alta dei Paesi più piccoli o più in basso in quelli più grandi – ha continuato Elleray – La FIFA l'ha testato, funziona molto bene e quindi ora esploreremo dove altro potrebbe essere sperimentato, probabilmente per la prossima stagione".