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Armando Izzo: “Ho simulato un infortunio per evitare una combine di Calcioscommesse”

Armando Izzo è il difensore del Torino e della Nazionale ascoltato in tribunale a Napoli nell’ambito del processo istruito sull’intreccio tra organizzazioni malavitose e scommesse legate al mondo del calcio. “Ho simulato un infortunio per non essere coinvolto in una combine”, ha ammesso il calciatore spiegando la propria estraneità ai fatti.
A cura di Maurizio De Santis
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Fece finta di essere infortunato per non essere coinvolto in un tentativo di combine. Armando Izzo, difensore del Torino e della Nazionale, ha chiarito la propria posizione in tribunale rispondendo alle domande del del sostituto procuratore antimafia Maurizio De Marco. Il giocatore è stato ascoltato nell'ambito del processo istruito sull'intreccio tra organizzazioni malavitose e scommesse legate al mondo del calcio.

La partita sotto esame: Modena-Avellino del 2014

Nella ricostruzione della promiscuità dei traffici indiscriminati della camorra gli inquirenti hanno puntato i riflettori anche su una partita che risale a sei anni fa, quando l'attuale centrale granata indossava la maglia dell'Avellino. Il riferimento è alla gara del campionato di Serie B (17 marzo 2014) disputata dagli irpini a Modena: in quell'occasione Izzo restò fuori dalla formazione titolare.

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La versione fornita da Izzo in tribunale

Una scelta che fu una via d'uscita, come spiegato dallo stesso calciatore: "Ho simulato un infortunio per non essere coinvolto in una combine", ha ammesso il giocatore fornendo ulteriori dettagli sui tempi e i termini della vicenda. Si trovava a Secondigliano da sua madre quando venne contattato da un amico gioielliere (Luca Pini, anche lui indagato) che avrebbe dovuto consegnargli alcuni preziosi. L'incontro avvenne assieme in un ospedale, vi parteciparono anche due elementi di spicco della camorra (Umberto e Antonio Accurso) assieme ad altre persone.

Il tentativo di combine evitato

"Puzza di bruciato". Così Izzo parla di quell'appuntamento dal quale sarebbe andato via quasi subito. Il tempo di capire che stava per essere trascinato in qualcosa di pericoloso per sé e per la carriera ed evitò ogni approccio abbandonando il luogo in taxi. Non è stata l'unica volta che ha subito avvicinamenti di questo tipo: in base a quanto emerso, il difensore del Toro avrebbe riferito di un ulteriore abboccamento andato a vuoto ricevuto quando era a Trieste.

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