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Arianna Mihajlovic ha avuto le suggestioni dopo la morte di Sinisa: “Ho pensato di essere pazza”

Arianna Mihajlovic, moglie di Sinisa, ha raccontato in un’intervista le sensazioni avute dopo la morte di suo marito avvenuta un anno fa: “Sentivo la sua presenza”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Arianna Rapaccioni è la vedova di Sinisa Mihajlovic, morto a soli 53 anni, il 16 dicembre scorso, proprio un anno fa. La coppia è stata insieme 27 anni e hanno avuto cinque figli. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, la moglie di Mihajlovic ha ripercorso questi 12 mesi. Un racconto intenso, profondo, fatto di ricordi e soprattutto sensazioni. La presenza di Sinisa in casa è sempre stata forte, anche quando non c'era più. "Solo in quest’ultimo mese sto prendendo coscienza del fatto che mio marito non c’è più".

I primi mesi senza Mihajlovic sono stati chiaramente durissimi: "Non capivo più nulla, ero a Roma, dove mi ero stabilita quando i figli hanno iniziato le superiori, e avevo come la sensazione che Sinisa fosse ancora vivo e stesse a Bologna ad allenare la squadra – spiega – È stato tutto così strano. Sentivo la sua presenza fisica in casa e quasi non sentivo la sua mancanza". Le parole di Arianna Rapaccioni sono forti. Nel corso dell'intervista ha raccontato anche le sensazioni vissute in quel 16 dicembre 2022 in compagnia di tutta la famiglia.

"Nel momento in cui è mancato, ero talmente sotto shock che sorridevo a tutti – ha raccontato – Forse, perché perdere mio marito è stato il mio primo lutto. Dopo, per mesi, ho avuto sensazioni da chiedermi se ero pazza". Ciò che più colpisce nel suo racconto sono le sensazioni provate in quei giorni. La moglie di Mihajlovic racconta come la presenza di Sinisa in casa fosse fortissima in ogni momento: "Ho sentito delle mani sulle mie mani, proprio delle mani che avvolgevano le mie. E, una notte, l’ho sentito stendersi accanto a me nel letto, ho avvertito il materasso che sprofondava da una parte – ha aggiunto ancora – Poi, ho cominciato a parlare con altre persone che hanno subito un lutto e ho scoperto che non ero io pazza, ma che queste esperienze appartengono a molti".

Il racconto dei primi giorni senza Mihajlovic è da togliere il fiato: "Sentivo il rumore delle sue ciabatte in cucina – ha spiegato – È successo nei primi mesi, ora non più. Ma forse erano suggestioni dettate dal pensiero costante che ho di lui". Mihajlovic terminò la sua avventura da allenatore del Bologna seguito dell'esonero avvenuto a inizio settembre 2022. Il tecnico serbo proseguì le cure sempre in maniera ottimistica e senza mai mollare un attimo, come era solito fare. Ma la situazione era davvero molto critica: "Nell’ultimo mese, i medici mi hanno detto che sarebbe morto – ha raccontato ancora sua moglie – Non sapevo se dirglielo. Mi sono confrontata con tutti e cinque i figli. Solo con loro, non l’ho detto a nessun altro, neanche a mia madre. Insieme, abbiamo deciso di non dirglielo, per non togliergli quel lumicino di speranza".

Mihajlovic ha sempre lottato ed era felice nel vedere la sua famiglia così unita in quel momento. Era contento di avere tutti lì proprio come in quel 16 dicembre in cui è mancato: "Qualche giorno prima, si è svegliato con un principio di emorragia – racconta – Gli ho prestato le prime cure come mi era stato insegnato, ho chiamato l’ambulanza, ma lui non voleva salirci, voleva andare in ospedale con le sue gambe. Per giorni, io e i figli gli siamo rimasti accanto a turno e la cosa struggente è che l’ultima notte, invece, eravamo tutti lì".

In quel momento Arianna capisce che Sinisa se ne stava andando: "Quando mi sono resa conto che il suo respiro è cambiato e che mancava poco, ho chiamato i ragazzi – aggiunge – Eravamo tutti in silenzio attorno a lui. Gli ho tenuto la mano, l’ho visto lottare col respiro sempre più pesante. Mi è venuto da dirgli: vai, non ti preoccupare, ai ragazzi ci penso io. Solo a quel punto è spirato. Fino ad allora, nessuno di noi aveva pianto. Nella stanza, si è percepita come una botta di energia. È stato brutto, ma in qualche modo bello".

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