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Caso Rosario D'Onofrio-Aia

Arbitropoli, gli audio esclusivi di D’Onofrio all’assistente: “So che 4 arbitri sono spacciati”

Avalos e non solo: dagli audio di Rosario D’Onofrio, ex procuratore AIA, emergono altri casi in cui i deferimenti venivano avviati o meno per non compromettere le classifiche finali.
A cura di Benedetto Giardina
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Rosario D'Onofrio, ex procuratore capo dell'AIA arrestato per narcotraffico
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Ancora ombre sulla classe arbitrale. Mentre tutta l’Italia calcistica si chiede come sia possibile che l’Aia non fosse a conoscenza delle vicissitudini giudiziarie del procuratore Rosario D’Onofrio, il quadro che si delinea alle spalle di questa vicenda è quello di un soggetto non tecnico capace di muoversi nei meandri delle graduatorie di arbitri e assistenti, usandole come metro di giudizio per decidere se avviare o meno procedimenti disciplinari. Almeno, questo è ciò che dice lo stesso D’Onofrio all’assistente Robert Avalos, alle prese con un cambio di valutazione sul suo operato in Brescia-Vicenza dello scorso 3 aprile: nella relazione caricata online sul portale Sinfonia4You, l’osservatore assegna ad Avalos un punteggio di 8.50, ma via messaggio «che per motivi di privacy» non viene mostrato al diretto interessato veniva riportato un voto più basso, pari a 8.40.

Il caso Avalos e il piano di D’Onofrio

È da qui che inizia il «caso Avalos». Storie di intrighi arbitrali, veleni e contestazioni che generano dubbi, per quanto lo stesso Avalos non voglia cadere nella trappola della malafede e ribadisca addirittura più volte il proprio amore verso l’associazione. Ma quell’8.40 non gli va giù, perché la correzione gli viene comunicata «venerdì, dopo il mio audio». Ed è proprio D’Onofrio a mettergli la pulce nell’orecchio: «Lei invia questo video, magicamente venerdì mattina qualcuno si rende conto che la prestazione indicata dall’osservatore non era di 8.50, bensì di 8.40». La modifica gli viene notificata con una comunicazione firmata dal responsabile CAN, Gianluca Rocchi: «In sede di controllo i responsabili della CON PRO hanno rilevato un’incongruenza tra il voto comunicato via messaggio al termine della gara e quello riportato dall’Osservatore su sinfonia4you e nella relazione».

Da lì, i consigli di D’Onofrio all’assistente arbitrale: «Se lei si vuole tutelare, purtroppo deve creare un po’ di caos, adesso. Caos in che senso, caos positivo, nel senso che deve far luce su quello che sta succedendo […] lei deve scrivere al presidente di sezione con esposto che venga inviato alla Procura affinché possa far luce su questo evento […]. Lei questo deve fare. Quindi lei porta alla luce, agli organi competenti, cioè chiede agli organi competenti di far luce su quanto è avvenuto perché non ci vede qualcosa di regolare. Punto […]. Poi me la vedo io. Questo è l’unico suo modo per sputtanarseli, per far capire che non è uno stupido». Un approccio che poi viene ammorbidito, invitando Avalos a «dormire sereno» e «aspettare la designazione». Dopo quel Brescia-Vicenza, ne arriverà solo una: il 25 aprile, sempre in Serie B, per Alessandria-Reggina.

I procedimenti in base alle graduatorie

Ma Rosario D’Onofrio, nelle graduatorie arbitrali, aveva voce in capitolo? No, in teoria. Non era certo lui ad assegnare i voti ad arbitri e assistenti. Però le teneva in considerazione per i procedimenti da avviare e raccoglieva informazioni sulle classifiche. Nel caso di Avalos, decide di chiedere informazioni a Luigi Stella, il responsabile della Commissione Osservatori Nazionali Professionisti, dopo aver raccolto le contestazioni dell’assistente arbitrale sulle votazioni assegnate. È lo stesso D’Onofrio a tirare in ballo Stella, quasi per rassicurare Avalos: «Allora Robert, faccio una cosa che non dovrei fare: chiamo Stella dai. Ora chiamo Stella, poi ti richiamo». Non solo: Avalos capisce che tra Stella e D’Onofrio c’è «un buonissimo rapporto» e successivamente, l’ormai non più procuratore dell’Aia, lascia intendere di potersi fidare: «Se Stella mi raccontasse una bugia, io dovrei deferirlo. Quindi lui non mi potrebbe mai raccontare una bugia».

Dalle registrazioni audio, inoltre, emerge che D’Onofrio aveva già prestato attenzione in passato alle graduatorie arbitrali, prima di decidere se avviare o meno procedimenti disciplinari. E prende l’esempio di Pietro Lattanzi, presidente della sezione Aia di Milano: «È mio uso informarmi […] doveva essere deferito, allora io proprio a livello di coscienza mi sono informato su quant’era la posizione in graduatoria. Ma perché questo, non perché io dovessi decidere un suo eventuale passaggio oppure no […] però qualora lui se la stesse realmente giocando, non mi sembrava il caso un provvedimento disciplinare e con eventuale sospensione oppure no, potesse compromettergli qualcosa, lo avrei traslato il giudizio a fine campionato. Quando mi sono informato e mi hanno detto guarda, non mi ricordo se mi hanno detto che era ventesimo o ventiduesimo […]. Allora ho detto vabbè, la situazione è così. Lo faccio andare il procedimento così com’è previsto».

Robert Avalos (sulla sinistra) in Bologna-Sassuolo del luglio 2020
Robert Avalos (sulla sinistra) in Bologna-Sassuolo del luglio 2020

Il consiglio di D’Onofrio: «So che avrai un bambino…»

Per Avalos, invece, il deferimento non è scattato. Anche grazie ai miti consigli di D’Onofrio (poi deferito per questo), il quale arriva pure a ricordargli «che le sta arrivando un bambino o una bambina. E quindi lei deve garantire un futuro al bambino o alla bambina». Parole che al netto delle vicende giudiziarie di questi giorni possono assumere varie interpretazioni. Ma soprattutto, ancora una volta, gli dice «una cosa in più» da tenere riservata: «So che… situazione graduatoria, quattro ormai sono già spacciati […]. E lei non è tra questi quattro». Non solo, ma Avalos «con i voti che ha preso […] tranquillamente permane nella categoria». Non sarà così, perché alla presentazione dei quadri arbitrali per la stagione 2022/23, l’assistente della sezione di Legnano risulta dismesso per «motivate valutazioni tecniche». Chissà quanto avrà inciso, quell’8.40, nella sua esclusione.

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