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Arbitro lascia il calcio, fa l’infermiere per combattere il Covid-19: “Sono più utile così”

Igor Benevenuto ha 39 anni ed è l’arbitro che ha deciso di accantonare la professione di direttore di gara per tornare in ospedale a fare l’infermiere in un momento molto delicato per l’emergenza sanitaria da coronavirus. “Ho paura perché ci sono già stati casi di infermieri contagiati dal virus e poi morti ma devo aiutare la mia gente”.
A cura di Maurizio De Santis
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Lascia il calcio, la divisa di arbitro nell'armadietto e indossa quella da infermiere. Igor Benevenuto è uno dei direttori di gara più conosciuti de "Brasilerao" (il campionato carioca), finora è andato in campo da professionista a tempo pieno ma adesso ha cambiato idea. Il fischietto, il verbale e i cartellini li ha chiusi nel cassetto. Non gli occorrono Ora ha bisogno di mascherina, guanti e altri paramenti protettivi per servire il suo Paese nel pieno della pandemia mondiale da coronavirus.

A 39 anni ha fatto una scelta precisa: il calcio non è importante, una partita non può e non deve valere la vita di una persona. Magari ci sarà tempo in futuro per tornare sul rettangolo verde. Il palcoscenico che lo vedrà protagonista per un po' è un altro: le corsie di ospedale. Ambiente a lui familiare perché Benevenuto, prima ancora d'intraprendere la professione arbitrale, è stato un infermiere. Anzi, è ancora un infermiere.

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La situazione contingente, l'emergenza sanitaria che ha colpito anche il suo Paese lo hanno spinto a riprendere la "vecchia" occupazione. "Sono molto più utile così", ha ammesso quando gli hanno chiesto cosa lo abbia spinto a fare un passo indietro. È diversa la prospettiva perché lui lo considera un passo in avanti verso quella "prima linea" che è impegnata nella assistenza dei malati e nella lotta per arginare la diffusione dei contagi da Covid-19.

Adesso è possibile trovarlo nell'ospedale di Sete Lagoas, la città dove vive che ha fa parte della regione metropolitana di Belo Horizonte (nello stato di Minas Gerais). Una scelta di campo che ha raccontato così ai media brasiliani.

Ho paura perché ci sono già stati casi di infermieri che sono stati contagiati dal virus e poi sono morti – ha ammesso Benevenuto nell'intervista a globoesporte.com -. Questo morbo non risparmia nessuno… né giovani né vecchi e per quanto sia preoccupato so che così posso essere più utile. La gente ha bisogno di me e non posso tirarmi indietro.

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