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Aquilani: “Spalletti suona il campanello all’1 di notte ed entra in casa. Mi fa: che stai facendo?”

Aquilani ricorda ancora con affetto gli anni trascorsi con Spalletti, l’allenatore che lo ha lanciato nel mondo dei grandi, e racconta l’aneddoto più strano degli anni trascorsi insieme.
A cura di Ada Cotugno
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Alberto Aquilani ricorda ancora il momento in cui si è ritrovato faccia a faccia con Luciano Spalletti in piena notte davanti alla sua porta di casa. È uno degli aneddoti più divertenti che il centrocampista conserva del suo ex allenatore, con il quale ha lavorato ai tempi della Roma. Impossibile dimenticare uno come lui che univa la genialità in campo con qualche gesto inusuale nella vita di tutti i giorni che serviva però a fare gruppo e a compattare tutti i suoi giocatori.

A Cronache di Spogliatoio l'ex giallorosso ha raccontato la situazione più bizzarra in cui ha incrociato Spalletti. Un giorno all'1 di notte ha aperto la porta di casa e lo ha trovato sul pianerottolo con l'intenzione di controllare cosa stesse facendo: nel suo aneddoto non mancano le risate, ma poi Aquilani ricorda anche l'impatto che il toscano ha avuto su tutta la squadra e ciò che trasmetteva a ogni allenamento.

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Aquilani racconta l'incontro più strano con Spalletti

Impossibile dimenticare l'allenatore toscano, un personaggio particolare che ha sempre dato alle sue squadre un'impronta chiara e unica. A distanza di anni Aquilani ricorda cos'è stato Spalletti alla Roma e tutto ciò che ha portato ai suoi giocatori: "Era geniale, c’è stata un’evoluzione calcistica importante con lui in quegli anni. Portò il suo modo di giocare che all’epoca era anche un po’ inusuale, giocavamo a memoria ma eravamo forti, ci divertivamo molto. Prima vedevo un’esercitazione che era molto simile a una che facevamo con lui".

L'ex centrocampista si sofferma anche sulle situazioni avvenute fuori dal campo e sul bizzarro modo di essere del toscano: "Lui è un personaggio particolare, è molto simpatico, ma nell’essere professionale ha anche delle cose un po' da pazzoide". Un esempio? Una volta se lo è ritrovato a casa in piena notte: "Una volta mi suonò all’1 di notte alla porta, era stato a cena dal suo collaboratore che era nel mio stesso palazzo. ‘Sono qui a controllare, che stai facendo?'. Io dormivo, era l’1 di notte. Poi è andato via. Ma queste piccole cose servono all’interno di un gruppo, ti stimola, ti entra dentro anche nel personale. E se si crea questo il calciatore ti dà qualcosa in più".

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L'avventura di Aquilani alla Roma

Spalletti è stato un allenatore importante per il centrocampista, il primo a dargli pienamente fiducia in Serie A dopo tutta la trafila vissuta nelle giovanili. "Il Principino" diventa un elemento fondamentale della sua formazione, con lui cresce, conquista la Nazionale e si trasforma in uno dei giocatori più interessanti d'Europa fino alla serie di infortuni che sembrano deviare una carriera destinata a grandissimi palcoscenici. Ma Aquilani ricorda con grande affetti gli anni trascorsi con l'allenatore toscano che per lui è stato una guida fondamentale: "Noi ci divertivamo tantissimo perché la palla viaggiava a 2000 all’ora, ci trasmetteva voglia, passione, era piena di combinazioni".

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