Apocalisse Chelsea, i calciatori contattano gli avvocati: pronti alla mossa estrema
Rescindere i contratti come atto estremo. Mollare tutto e andare via qualora le trattative per la cessione dovessero restare in fase di stallo e la situazione finanziaria precipitasse a tal punto da non riuscire a pagare nemmeno gli stipendi. La chiusura della linea di credito delle banche ha solo peggiorato le cose, rendendo quasi impossibile andare avanti perfino con la gestione ordinaria del club. La licenza speciale concessa al club non sembra bastare più: il blocco totale del credito fa sì che anche sostenere le spese più comuni – come il pagamento del carburante o altri aspetti della logistica – sia impresa ardua.
È cambiato tutto in 20 giorni: lo scoppio del conflitto in Ucraina provocato dall'invasione della Russia ha scatenato le sanzioni nei confronti dell'ex presidente, Abramovich. Provvedimenti durissimi che hanno congelato tutti i beni del magnate russo e stretto la morsa intorno al patrimonio e alle sue attività, comprese eventuali trattative per la cessione della società. Che potrà avvenire ma a determinate condizioni. È la novità che lasciano trapelare i tabloid parlando di un accordo che il proprietario dei Blues avrebbe raggiunto con il governo inglese: al netto della licenza speciale (fino al 31 maggio 2022) concessa per chiudere la stagione, ha 10 giorni di tempo per raccogliere e presentare le offerte migliori per vendere il club.
La macchina operativa si sarebbe già rimessa in moto ma la situazione resta nebulosa, incerta e – come raccontato dal Telegraph – i calciatori avrebbero già pensato a piani di evacuazione, di fuga qualora la barca dovesse affondare. Lo spettro del fallimento e, prima ancora il timore non vedere onorati gli ingaggi, è ansia emersa già nei giorni scorsi, quando sono stati pubblicati messaggi e dialoghi che rimbalzano nelle chat dei calciatori. Il passo ulteriore è stato già fatto: avvertire i propri procuratori, contattare gli avvocati per capire se ci sono i margini per rescindere i contratti, studiando tempi e termini previsti dalla legge.
Giusta causa chiara. Sarebbe questo l'appiglio legale al quale aggrapparsi per far valere i propri diritti e, al tempo stesso, non andare in campo in caso di mancata corresponsione degli stipendi. Due mesi senza percepire soldi e un preavviso di 15 giorni per terminare il contratto sono il solco in cui maturerebbe lo strappo. Dovesse accadere una cosa del genere, sarebbe l'apocalisse. Non c'è alcuna intenzione di farla scoppiare, con un patto di ferro allenatore e giocatori si sono riservati di attendere gli ulteriori sviluppi della vicenda ma in caso di paralisi finanziaria irreversibile può succedere di tutto. Uno spiraglio c'è ma è una luce in fondo al tunnel: la volontà da parte del governo di far sì che i Blues non falliscano ma passino nelle mani di nuovo proprietario ritenuto "idoneo".