Antonio Conte, urla nello spogliatoio dopo Inter-Bologna: scaricati alcuni calciatori
Al termine di Inter-Bologna, da protocollo, nel giro di circa 25 minuti Antonio Conte avrebbe dovuto presentarsi ai microfoni dei broadcaster per la consueta intervista post-partita. Di minuti ne sono passati oltre 60, che l'allenatore nerazzurro ha trascorso chiuso nello spogliatoio. Prima con la squadra, poi con parte significativa della dirigenza: Marotta e Ausilio, oltre ad Oriali. Per quanto sia il luogo più sacro del calcio, le mura di San Siro non hanno potuto trattenere le urla con le quali Conte ha strigliato la squadra nei primissimi minuti del confronto. Ne ha seguito un altro, dai toni più pacati ma dai temi delicati, in cui il tecnico ha spiegato il suo severo punto di vista a Marotta e Ausilio. Quello che poi ha lasciato intendere anche nelle successive interviste.
"È il mio primo anno di lavoro con l’Inter, ho dovuto prendere un pacchetto preconfezionato, tante situazioni che c’erano e su cui stiamo lavorando. Da qui alla fine dobbiamo dimostrare di meritare l’Inter. Io e i calciatori, dobbiamo metterci tutti in discussione, io per primo. Tutti devono dimostrare di volersi elevare rispetto a questi anni, altrimenti è giusto prendere poi altre decisioni".
Conte non si è sottratto alle proprie responsabilità, ma ha cambiato decisamente registro rispetto a qualche giorno fa, quando difese la squadra dalle critiche esponendosi in prima persona: "Attaccate me, ma non i calciatori". Quei calciatori che ieri invece ha criticato in modo esplicito. Senza riferimenti diretti, pubblicamente, ma facendo nomi precisi al cospetto di Marotta e Ausilio. Tra questi, quel Roberto Gagliardini che nelle scorse settimane era finito sul banco degli imputati per il grave errore sotto porta contro il Sassuolo e che contro il Bologna è stato responsabile di un brutto liscio in occasione del pareggio di Juwara.
Inter-Bologna è stato il punto più basso della prima stagione di Antonio Conte all'Inter e ha rappresentato l'occasione per un'azione di rottura con il passato. Parlando di "pacchetto preconfezionato", Conte ha preso le distanze dal modo in cui era stata costruita la rosa negli anni precedenti: quello che vuole, adesso, sono più operazioni nella scia delle ultime chiuse dall'Inter. Gente del calibro di Lukaku, Eriksen, Hakimi. Giocatori forti, di spessore internazionali, pronti per vincere. Solo con loro, nell'idea di Conte, si potrà colmare davvero il gap con la Juventus.