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Antonio Conte: “Sul Var qualcuno si è tirato fuori poi si è lamentato, ora rido”. Con chi ce l’ha

Il tecnico del Napoli è tornato sull’argomento Var e protocollo ma questa volta il suo bersaglio è stato chi, tra i colleghi allenatori, ha preso distanza pubblica dalle sue dichiarazioni. “Oggi tanti sono sulla stessa linea perché toccati personalmente”.
A cura di Maurizio De Santis
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Arbitri e Var. Antonio Conte tocca anche quest'argomento nella conferenza stampa di presentazione della sfida di campionato del Napoli contro la Lazio. È una nota dolente, l'accoglie con il sorriso ironico sulle labbra. E slega quel nodo che s'era fatto al dito per ricordare le parole di Simone Inzaghi che replicò ai retropensieri enunciati e allo sfogo in tv sul protocollo da cambiare da parte del tecnico salentino. Non fa esplicitamente il nome dell'allenatore nerazzurro ma è facile, facile dedurre con chi ce l'ha, così come ricostruire l'accostamento alla luce di quanto accaduto il 10 novembre scorso in occasione di Inter-Napoli.

"Ho già detto quello che dovevo dire, sarebbe stupido tornare sullo stesso discorso", è l'incipit della riflessione sull'argomento divampato anche in Europa (per gli episodi capitati ad Atalanta e Juventus, la rabbia della Roma e di Ranieri contro il direttore di gara) oltre alle che incendiano una giornata sì e l'altra pure nel campionato italiano.

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"Sono stato attaccato duramente quando ho parlato del Var – ha aggiunto Conte -. Anzi, l'ho fatto per primo anche a nome di tutti gli allenatori. Poi mi sono accorto che qualcuno si è tirato fuori e ha detto: no, lui sta parlando per sé… Quando ho visto che si sono lamentati… forse il noi era giusto e non l'io. Adesso mi fa sorridere che tanti sono sulla stessa linea perché toccati personalmente".

Conte toglie un altro sassolino dalla scarpa. Ha nulla da temere, è sempre stato molto chiaro, netto, deciso nell'esposizione dei suoi pensieri. Questa volta chiama in causa la maggior parte degli organi d'informazione, quei "tanti media che si sono schierati quando hanno toccato alcune squadre… Quando ne ho parlato io, invece, non ho visto tutta questa solidarietà. E questo fa capire la discrepanza che c'è quando uno è a Napoli… ecco".

A chi si riferiva Conte in conferenza e perché?

Le parole di Antonio Conte di oggi vanno lette alla luce dello scambio di battute che risale a circa tre mesi fa, quando a San Siro si consumò il big match concluso 1-1, risultato stampato anche dal calcio di rigore sbagliato da Calhanoglu, concesso per un fallo molto discutibile di Anguissa su Dumfries. "Ma che significa"! Ma che significa! Si stanno nascondendo!", sbottò il tecnico in tv commentando l'analisi fatta dall'ex arbitro, Marelli, a Dazn di quel frangente. "Sono arrabbiato non tanto per la decisione in sé ma perché il protocollo va cambiato. Non lo dico solo per me ma per tutti noi allenatori che siamo incazzati".

Un'amarezza dura da mandare giù che fece il paio con una brutta e strana sensazione confessata sull'aereo di ritorno da Milano per una situazione "inaccettabile". Una delusione che divenne più forte per la posizione presa da Simone Inzaghi durante la conferenza stampa post incontro: "Credo che Antonio abbia parlato per proprio conto -disse -. A volte si ha, a volte si toglie… dobbiamo cercare tutti di dare una mano a questi arbitri, io per primo".

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Atteggiamento diverso rispetto alle sfumature di nervosismo lasciate trasparire dallo stesso Inzaghi in altri momenti, in particolare per quanto avvenuto nel derby col Milan . "No, Fabio… non ne ho bisogno… invece su di noi fanno intere trasmissioni", replicò a Caressa che gli stava per sottoporre il replay del contatto tra Pavlovic e Thuram. Citando successivamente anche una serie di casi clamorosi a sfavore della su Inter.

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