Antonio Conte spiega come dovrà essere la sua prossima squadra: asticella altissima
Era il 26 marzo 2023 quando il Tottenham e Antonio Conte ufficializzarono il proprio divorzio. Di fatto da quel momento il tecnico salentino non ha più allenato restando per un po' fuori dal calcio anche per via di alcuni problemi fisici, specie quell'operazione per rimuovere la cistifellea che aveva compromesso la parte finale della sua esperienza agli Spurs. Conte oggi ha rotto il silenzio parlando nel corso di un'intervista esclusiva rilasciata al ‘Telegraph'. L'allenatore ha toccato diversi temi e soprattutto ha parlato del futuro.
Possibile infatti che già a partire dalla prossima stagione possa accettare un ingaggio importante. “Mio padre mi ha spinto a rientrare in fretta, ma è importante ricaricarsi, fisicamente e mentalmente. Adesso il mio unico problema è che ho troppa energia e sto dando fastidio a mia moglie!”. Scherza Conte, ma non troppo, ribadendo di voler andare in una squadra pronta a fare l'ultimo passo per la vittoria della Champions. Insomma, un club ambizioso: "Al Tottenham chiamai il mio staff e dissi loro che non eravamo più abituati a festeggiare il quarto posto".
Conte dà indicazioni precise circa la sua prossima destinazione sottolineando di non voler più vivere esperienze come quella del Tottenham: "Alla fine della finale contro il Norwich ho chiamato il mio staff e ho detto ‘attenzione, non siate abituati a festeggiare un posto in Champions League’ – spiega Conte raccontando quell'episodio – Sono stato molto chiaro. Ho detto che abbiamo fatto il massimo. Dal nono al quarto posto, con tutti i problemi che abbiamo dovuto affrontare, è stato un miracolo. Ma non abbiamo festeggiato come se fosse stato un miracolo perché sono abituato a vincere”. Conte ribadisce il suo concetto, come se fosse un messaggio chiaro a tutti club che ambiscano a puntare su di lui: "Per essere celebrato devo vincere – dice – Altrimenti gli altri aspettano di festeggiare il mio fallimento. Questa è la verità".
Sul suo futuro l'allenatore salentino che in Italia ha regalato all'Inter il suo ultimo Scudetto nell'anno del Covid prima dell'avvento di Simone Inzaghi, ha spiegato: "Se l’obiettivo finale è vincere il campionato e sollevare trofei, è importante far divertire il pubblico – ha detto Conte – Essere solo una squadra divertente però non basta se vuoi vincere. Lo so perché ho allenato le migliori squadre e loro chiedevano sempre di vincere". Indicazioni importanti che aprono a qualsiasi tipo di soluzione: "Per me adesso è impossibile lavorare per una squadra che faccia solo divertire perché l’aspettativa è sempre quella di dover vincere: se non vinci hai fallito. La migliore opzione possibile è intrattenere e vincere”.
Conte ha fatto sapere di aver rifiutato l'opportunità di fare un testa a testa con Luciano Spalletti per la nazionale italiana rifiutando questa possibilità e anche quella offerta da altri club in Europa e Arabia Saudita, preferendo aspettare fino a quest'estate per pianificare il suo ritorno. "Ho preso questo tempo per me, per la mia famiglia e per andare a trovare i miei genitori", ha detto Conte. E a questo punto il tecnico rivela l'identikit di squadra che vorrebbe allenare in futuro facendo un discorso generale sull'ambizione di vincere la Champions:
"Onestamente, un giorno mi piacerebbe sollevare la Champions League da allenatore – ha spiegato – Ma so che è molto difficile. La gente pensa che sia semplice, ma devi andare nel club giusto, un club che corrisponda alle tue ambizioni, un club pronto a fare l'ultimo passo per vincere la Champions League". E qui Conte in un certo senso lancia un messaggio importante per tutte le squadre dei top 5 campionati europei pronte ad affidarsi alle sue abilità:
"Guarda il Manchester City. Sette anni, no? “Vorrei regalare questa gioia a mio padre. Mi ha detto ‘voglio vederti sollevare la Champions League’. Non è semplice, ma tutti possono avere un sogno”. Conte ha poi parlato di soluzioni tattiche alternative al suo 3-5-2 ("Anche con una difesa a quattro, dipende da come costruisci la squadra e l'attacco. Bisogna adattarsi ai giocatori a disposizione") ma anche di vicende personali che ha vissuto male nel corso di questi anni.
Dalla morte di Vialli a quella di Gian Piero Ventrone fino a Sinisa Mihjlovic: "Con Gianluca (Vialli ndr) ho avuto un rapporto importante. L'ho incontrato tre settimane prima che morisse per cenare con mia moglie e conservo quel momento nel mio cuore – ha rivelato – E Gian Piero. In soli sei giorni (morì). È stato davvero difficile affrontare questa situazione, anche la morte di Sinisa". Ora Conte è pronto a ricominciare lasciandosi alle spalle questi dolori e ambire a mantenere quella promessa fatta a suo papà: vincere la Champions League.