Antonio Conte se la ride davanti alle critiche: “Faccio spendere molto? I club con me ci guadagnano”
Antonio Conte è ripartito per una nuova avventura, nella ‘sua' Inghilterra la seconda casa sportiva del tecnico pugliese che ha raccolto qualche settimana fa l'appello del presidente del Tottenham, David Levy nel tentativo di risollevare le sorti del club londinese oramai ai margini del calcio che conta in Premier League e in Europa. Una "sfida" accettata, sulla quale l'ex Juve, Inter e Nazionale sta ponendo le fondamenta per una ristrutturazione totale, sia sul fronte meramente sportivo del campo sia, come suo solito, su quello di radicare una mentalità precisa, volta all'autostima e al successo. Il tutto, con le società che non badano a spese quando colgono l'opportunità di ingaggiare uno degli allenatori più ricercati sulla piazza, scatenando critiche e perplessità che lo stesso Conte rivolge al mittente.
"Guadagno per quello che valgo, produco, costruisco e vinco". Testo e musica di Antonio Conte a chi lo accusa di valutare prima le offerte sotto il profilo economico e poi sul fronte sportivo. Critiche che sono esplose ancora nel momento della firma milionaria al Tottenham e che sono state già oggetto di argomento da parte del tecnico che ha sempre evidenziato il proprio punto di vista: "Il valore di un professionista lo stabiliscono la sua storia, i suoi risultati e il mercato che ha", come riportato nell'ultima intervista su Sportweek.
Dunque, se come dicevano i classici un "uomo vale quanto sa", oggi Conte "vale per quanto ha fatto". Ovunque sia andato, ha vinto. Alla Juventus aprendo un ciclo, all'Inter chiudendo quello bianconero e aprendone un altro, in Premier nella sua prima esperienza inglese, trascinando al successo il Chelsea. Gestioni coronate da successi, che hanno sì portato le proprietà a investimenti "pesanti" ma pur sempre ripagate sul fronte calcistico. Anche il Tottenham è convinto della bontà dell'investimento, ancorchè in Conference League è arrivata la cocente delusione che ha dimostrato quanto lavoro ci sia ancora da fare.
"Levy mi ha voluto ad ogni costo", ha detto Conte nello spiegare perché ha accolto la richiesta del Tottenham ora e non la scorsa estate. E quel "ad ogni costo" è da prendersi anche da un punto di vista letterale: gli Spurs hanno investito 17 milioni di euro a stagione per il suo stipendio più altri 170 milioni da immettere sul mercato. Cifre da capogiro che però il tecnico giustifica davanti alla propria storia: "Ovunque ho portato risultati, qui ho percepito la voglia di eccellere con il presidente che ha fatto investimenti importanti non supportati dai risultati sportivi. Questo gap dev'essere colmato con stabilità e continuità. Per me è sufficiente l'1% di possibilità di vincere per iniziare la mia battaglia. Non mi spaventano le sfide".
"Le montagne russe vanno bene al luna park, non in campo". La sfida al ‘pazzo Tottenham' è lanciata e malgrado un cammino difficile, per Conte l'avventura è appena all'inizio ben consapevole di ciò che ci vuole: "Le grandi squadre si costruiscono nel tempo, qui ho un gruppo giovane e io da sempre ho ottimizzato le risorse". Con una eccezione, che non fa la regola: Romelu Lukaku all'Inter. "Ho fatto spendere tanto perché lo ritenevo congruo per gli obiettivi prefissati. Poi me l'hanno rivenduto quasi al doppio, come Hakimi. Io faccio spendere molto ai miei club? Me la rido: con me ci guadagnano".