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Antonio Conte ha finalmente mostrato a tutti qual è il piano B dell’Inter

Nella vittoria in rimonta di Cagliari, Antonio Conte ha rivoluzionato la squadra negli uomini e nell’assetto tattico trasformando la fase difensiva da 3 a 4. Mostrando, forse, il famoso piano B di cui si è molto discusso all’indomani della clamorosa esclusione dalla Champions e dell’Europa League.
A cura di Alessio Pediglieri
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Antonio Conte si è ripreso l'Inter, almeno negli ultimi 90 minuti giocati, a Cagliari in campionato con un successo di rimonta figlio di cambi tattici e sostituzioni in corsa. Il Piano B? Forse, perché l'allenatore nerazzurro si è schermato dietro una non risposta nel post gara, con cui ha svicolato sulla questione. Ma il dibattito resta aperto vista la clamorosa eliminazione in Europa dei nerazzurri esclusi da tutte le competizioni dopo l'ultimo posto in classifica nel proprio Girone.

Il coperchio era stato sollevato da Fabio Capello, Antonio Conte ci aveva messo il sale. Qual è il piano B? Perché non è stato attuato in Europa? Come mai se ne paventa l'esistenza ma non viene applicato quando serve? Troppo facile rispondere quando si vince, aveva proferito sibillino l'ex Don Fabio ricevendo in risposta altro veleno: non lo dico certo a voi, altrimenti tutti lo saprebbero. Dunque, l'analisi deve passare dai microfoni al campo, analizzando l'ultima occasione utile: Cagliari-Inter

Antonio Conte ha schierato una formazione ‘classica': 3-5-2, con due esterni in mediana molto alti, più per la fase offensiva che difensiva, dove i tre in linea davanti ad Handanovic sono rimasti bloccati nelle proprie posizioni, mentre la cerniera composta da Brozovic-Barella-Eriksen agiva nei rifornimenti per Luaku e Sanchez. Alcuni uomini cambiati, non il modulo. Dunque, un piano A visto, rivisto e conosciuto da tutti. Che ha prodotto occasioni ma stava incanalando una clamorosa sconfitta.

Poi, i cambi in corsa. Conte ha sostituito elementi precisi togliendo dal campo prima Perisic per inserire Hakimi, poi Eriksen (per Sensi), quindi Darmian (con Young). Senza cambiare assetto e lasciando intatto il 3-5-2 tanto caro, ma non trovando la via del pareggio. Ed è quando ha scelto di togliere Bastoni per Lautaro Martinez che l'inerzia – e l'assetto – è cambiato. Di fatto, in quel momento, l'Inter è passata a una difesa a 4, abbassando gli esterni, con un centrocampo a tre (Barella-Brozovic-Sensi) e il tridente offensivo (Lukaku-Sanchez-Lautaro).

Una scelta ben precisa che ha mostrato un nuovo modulo nei venti minuti finali che ha comportato anche il successo in rimonta: dal 3-5-2 al 4-3-3, forse è proprio questo il Piano B al quale il tecnico si riferiva, sul quale – per avere la definitiva conferma – bisognerà ancora attendere ulteriori risposte sul campo, in primis nel delicatissimo match di San Siro contro il Napoli. Se anche in quell'occasione, il 3-5-2 muterà in corso d'opera non solo nei singoli ma nel suo insieme tattico ci sarà il secondo indizio. In attesa della prova finale.

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