Cassano condannato, l’ex calciatore non ha versato più di 280mila euro al fisco
L'Agenzia delle Entrate ha vinto in Cassazione il ricorso contro Antonio Cassano, ex talentuoso calciatore che un anno e mezzo fa ha lasciato ufficialmente l'attività. Oggetto della questione c'erano 263mila euro che erano ‘sfuggiti' al fisco parecchi anni fa, nel periodo in cui Cassano giocava alla Roma. Il problema riguardava i ‘fringe benefit' in favore del procuratore per prestazioni rese in favore dello stesso Cassano. Secondo i giudici tributari pugliesi c'erano perplessità sulla somma e per questo è partito il procedimento. Per la Cassazione dubbi invece non ce ne sono, quella cifra rientrava tra i compensi di Cassano ed è soggetta dunque a tassazione.
La condanna a Cassano
L'ex calciatore è stato condannato dalla Cassazione. L'Agenzia delle Entrate ha vinto il ricorso che aveva presentato tempo fa nei confronti del calciatore che non aveva denunciato 263mila euro che erano finite in realtà nelle tasche del suo procuratore. Ma quella cifra faceva parte dei compensi ricevuti dal calciatore, al tempo legato alla Roma, e dunque andava ovviamente tassata e dichiarata.
La carriera di Cassano e il polemico addio a Tiki Taka
Poteva fare di più, ma un segno lo ha lasciato nel mondo del calcio Antonio Cassano che dopo aver esordito con il Bari, la squadra della sua città, ha vestito le maglie della Roma, del Real Madrid (vinse anche la Liga), del Milan (conquistò lo scudetto) e dell'Inter, in mezzo anche un'esperienza con la Sampdoria. Ha giocato anche con il Parma. Con la nazionale ha avuto un rapporto controverso, ha comunque disputato un Mondiale e tre Europei, secondo posto nel 2012. Negli ultimi mesi ha iniziato la carriera da opinionista, ma dopo poco tempo è stato escluso dalla trasmissione di Italia 1 Tiki Taka, condotta dal suo grande amico Pierluigi Pardo (con cui ha scritto la propria autobiografia).