Ansia per le condizioni di Tacconi, ricoverato per ischemia: “Riprenditi, papi, sei un leone”
Un forte mal di testa. Il malore improvviso e la luce che si spegne. Intorno restano il buio e l'ansia dei familiari. Le condizioni di Stefano Tacconi tengono in ansia gli affetti più cari e il mondo del calcio che lo ricorda nel ruolo di portiere tra i pali dell'Avellino che gli fece tra trampolino di lancio verso la Juventus e la Nazionale. Come sta l'ex giocatore oggi 64enne? È ricoverato da sabato nel Reparto di Neurochirurgia dell'ospedale di Alessandria per un'ischemia cerebrale, la prognosi resta riservata in attesa dell'evoluzione del quadro clinico che al momento è preoccupante.
Il giorno prima aveva partecipato a un evento di beneficenza ad Asti, Le "Giornate delle Figurine", quelle dell'album nelle quali le sue spalle larghe a stento entravano nella sagoma dell'adesivo. Il giorno dopo c'è stato il blackout improvviso. Ed è stato tremendo. A febbraio 2021, ospite della trasmissione"Pomeriggio Cinque" di Barbara D'Urso, pronunciò parole che, a leggerle oggi, mettono i brividi addosso: "Non so quanto mi resta ancora da vivere". Rivelò anche che qualche anno prima aveva rischiato di restare sulla sedia a rotelle: "È stato allora che ho iniziato ad avere una serie di paure".
Le notizie odierne gelano il sangue nelle vene ma tengono (ancora) accesa la speranza che ce la possa fare, che potrà riprendersi anche se ci vorrà del tempo, che quel vecchio filibustiere dell'area di rigore abituato a prenderle e darle, riuscirà a mettersi in piedi di nuovo. Scudetti, Coppa Italia, Coppa Uefa, Intercontinentale e il mondo parato con quelle mani grandi che gli sono servite anche ad aggrapparsi alla vita dopo la carriera alimentando la propria immagine tra il palco (il reality de "l'Isola dei Famosi", il film autobiografico "Ho parato la luna") e la realtà che qualche volta gli ha giocato un brutto scherzo e ha rischiato di metterlo nei guai.
Suo figlio Andrea ha condiviso sui social un messaggio molto toccante. In una story su Instagram ha scritto parole commoventi: "Riprenditi Papi, sei un leone, vincerai anche questa battaglia" con tanto di emoticon simboleggiante mani giunte in segno di preghiera. Mani nude, senza più i guanti di una volta. Mani grandi che gli sono servite per respingere le bordate sul campo e quelle più difficile da ribattere nella quotidianità al di fuori del rettangolo verde che è fatta d'altro, di gol che si prendono e basta perché non sei più padrone della tua area.