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Andreazzoli a Fanpage.it: “Sarà un Empoli consapevole, ma tutti devono giocare con le stesse regole”

Andreazzoli-Empoli: Atto II. Il tecnico toscano ritorna nel club del presidente Corsi due anni dopo la salvezza mancata per pochi cm al Meazza contro l’Inter e si rimette in pista con grandi motivazioni. A Fanpage.it l’allenatore della società biancazzurra si è soffermato sulla sua scelta di tornare al Castellani, su com’è cambiato il calcio con il Covid-19 e in vista dell’esordio in campionato con la Lazio non poteva mancare un pensiero sul derby di Coppa Italia del 2013.
A cura di Vito Lamorte
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Qualcosa era rimasto in sospeso. Quella notte di San Siro meritava un epilogo diverso per l’Empoli e per Aurelio Andreazzoli. Due anni dopo quella sfortunata serata, il tecnico di Massa e il club del presidente Corsi si sono ritrovati e si sono rimessi in cammino insieme. Gli obiettivi sono sempre gli stessi: salvare la categoria giocando un buon calcio e valorizzare i ragazzi della rosa. Un lavoro che nella provincia toscana riesce bene da sempre e proprio con mister Andreazzoli tra il 2017 e il 2019 sono stati messi in vetrina diversi calciatori che adesso fanno parte di club di prima fascia.

L'Empoli farà il suo esordio in Serie A contro la Lazio dell'ex Maurizio Sarri sabato sera al Castellani ma ha già giocato la sua prima partita ufficiale in Coppa Italia battendo il Vicenza per 4-2 e nel secondo turno affronterà il Verona in trasferta. Sono cambiati diversi elementi rispetto alla squadra che ha vinto il campionato di Serie B lo scorso anno e sul mercato i toscani si sono mossi per mettere a posto i reparti che avevano bisogno di ritocchi in vista del ritorno nella massima categoria ma c’è grande consapevolezza sul lavoro che c’è da fare per riuscire a ottenere la salvezza.

A Fanpage.it il tecnico toscano ha parlato della sua scelta di tornare all’Empoli due anni dopo quella notte di Milano e si è soffermato sulle sue motivazioni dopo la breve esperienza di Genova, su alcuni momenti della sua carriera e sull’importanza delle regole per tutti i partecipanti ai tornei professionistici.

Andreazzoli ha lasciato l’Empoli con una salvezza mancata per pochi cm e l’esperienza di Genoa è stata troppo breve per essere giudicata: che allenatore ritrova la Serie A dopo due anni?
"Lo stesso di due anni fa, anzi mi sento migliorato e più motivato. Sono pronto per dare ancora di più di quello che ho già fatto in un ambiente che mi ha dimostrato sempre grande affetto. Sono anche ringiovanito di un paio d’anni. C’era già stata la possibilità di tornare a Empoli ma non avevo le motivazioni che ho ora, avrei tradito il presidente e le aspettative di tutti. Ora questa componente c’è. Voglio dare una mano alla società a raggiungere gli obiettivi prefissati".

“È importante che le sconfitte arrivino per la forza degli avversari e non per le nostre debolezze“: come ha preparato la sua squadra in queste settimane? 
"Ne abbiamo parlato anche questa mattina con i ragazzi. Noi dobbiamo essere responsabili di noi stessi perché non possiamo sovvertire il valore degli altri. Basandoci sulle nostre forze poi si cercano di limare i difetti e esaltare le peculiarità. Il singolo deve lavorare sui dettagli, ognuno con le sue differenze. Le piccole cose possono sovvertire quelle più grandi. C’è bisogno di analizzare e mettere sotto la lente d’ingrandimento tutto per poter capire cosa e dove migliorare".

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Si è trovato per la prima volta a gestire una situazione legata al Covid all’interno del suo gruppo: com’è cambiata l’organizzazione del lavoro nel calcio a causa della pandemia? 
"Sì, perché ci sono tante cose da tenere in considerazione più del solito. Io non avevo mai fatto un tampone durante il periodo iniziale della pandemia mentre per un periodo questa cosa è stata fatta ogni due giorni. Siamo soggetti a questa situazione. Poi se capita, come accaduto a noi, che vengono fuori dei positivi allora diventa un disastro. Eravamo pochi all’inizio della preparazione a causa dell’assenza della Primavera, abbiamo iniziato in 18 e poi siamo diventati 14 ma dopo sono rientrati i ragazzi e da una decina di giorni lavoriamo con le due squadre quasi al completo. Questo ci permette di fare un determinato tipo di lavoro ma c’è bisogno di tempo".

La prima con la Lazio, la seconda con la Juve: subito due gare complicate contro altri due tecnici toscani. Che inizio sarà per l’Empoli? 
"Due neopromosse (ride, ndr). Cercheremo di essere pronti per affrontare al meglio due avversari che sono più forti di noi. Lavoriamo per equilibrare i livelli e provare a diminuire il gap puntando su situazioni e su dettagli. La consapevolezza di affrontare due squadre di un livello più alto può essere una motivazione in più. Se oltre alla prestazione in sostegno arriva anche un impianto di gioco che può essere più o meno collaudato allora si può provare a fare qualcosa".

Proprio contro la Lazio lei perse una gara che rimarrà nella storia: quando le capita di affrontare i biancocelesti ripensa a quella finale di Coppa Italia?
"No, solitamente no. La Lazio non mi ha fatto niente. Ha semplicemente vinto una partita, noi l’abbiamo persa. Non fu una bella partita, per niente. Non hanno meritato loro ma non meritavamo neanche noi. La giocammo male e abbiamo perso un derby che valeva una Coppa Italia. Lulic rimarrà nella storia per il gol e io per essere l’allenatore della Roma. Però bisogna anche dire che non la persi da solo, perché sennò sembra che la coppa l’ho persa solo io. È un rammarico grosso perché si interruppe un ragionamento che avevamo fatto in quei mesi ma quel risultato cambiò tutto. Se avessimo vinto sarei rimasto nella storia della Roma, magari anche ritornando a fare quello che facevo prima. Purtroppo non è andata così".

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Torna in panchina anche il suo amico Spalletti: cosa pensa della scelta di andare a Napoli? 
"Lo vedo molto bene. Penso che sia il suo ambiente. L’ho visto poco tempo fa e mi è sembrato carico, motivato e contento. Credo che sia capitato nel posto giusto e con calciatori che possono esaltare la sua idea di calcio".

Spesso si dice che il campionato di Serie A è inferiore rispetto agli altri tornei top d’Europa: qual è la sua idea?
"Che siamo così inferiori agli altri bisognerebbe motivarlo, perché abbiamo la Nazionale campione d’Europa ed è l’espressione della Serie A. Quando sento dire questa cosa non supportata da dati e numeri mi sembra un po’ una cosa detta così, tanto per dire. Forse non siamo così scarsi e bistrattati. Allora dobbiamo capire se vale di più quello che dice l’opinionista o quello che dicono i numeri? Io opterei per i numeri".

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C’è un po’ del suo vecchio Empoli nella Nazionale campione d’Europa: si aspettava l’ascesa così repentina di Di Lorenzo?
"Così veloce no, ma le qualità c’erano tutte e non mi ha sorpreso. Non pensavo che diventasse un calciatore di livello internazionale in così poco tempo, ma si vedeva che aveva delle potenzialità da sviluppare. Noi lo prendemmo come terzo di difesa mentre ora è uno dei terzini migliori che ci sono in giro. È un ragazzo serio e disponibile, che con il lavoro si sta ritagliando i suoi spazi".

Come sarà l’Empoli 2.0 di Andreazzoli al ritorno in Serie A?
"Il migliore possibile rispetto a quello che la società mi metterà a disposizione. Io sono convinto che l’Empoli vorrebbe darmi il meglio del meglio ma se non ha la possibilità per farlo dovrà limitarsi a darmi quello che può. Io vedo Accardi che si sbatte tutti i giorni per far quadrare tutto e vorrei che fosse anche per gli altri così. Anche per questo motivo sarebbe opportuno che le regole valessero per tutti, non solo per noi o per pochi. Non è corretto vedere alcune situazioni a cui abbiamo assistito in questi anni".

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