Andrea Colpani: “Palladino mi ha migliorato, ringrazierò sempre Berlusconi per quello che ha fatto”
Andrea Colpani è stato una delle sorprese della Serie A 2023-2024 e si candida per un ruolo da protagonista dopo il suo passaggio alla Fiorentina. Il trequartista nato a Brescia ha salutato il Monza e ha iniziato la sua avventura in viola seguendo l'allenatore che ne ha esaltato di più le qualità: a Firenze il classe 1999 ritrova Raffaele Palladino in panchina e questo è un buon punto di partenza per il suo percorso di crescita.
Proprio il tecnico napoletano lo ha avvicinato alla porta avversaria negli ultimi anni, dato che prima Colpani giocava da centrocampista centrale, e i risultati sono stati subito piuttosto evidenti: la scorsa stagione 8 gol e 4 assist per i compagni, con cui si è guadagnato anche la convocazione in Nazionale. Spostato in avanti di qualche metro Colpani, oltre ad essere un supporto importante per gli attaccanti, ha messo in mostra il suo sinistro forte preciso e interessantissimi tempi di inserimento in area avversaria: così il suo feeling con la porta avversaria è cambiato e anche la pericolosità del Monza è aumentata.
Andrea Colpani a Fanpage.it ha parlato del suo trasferimento alla Fiorentina e del suo rapporto con mister Palladino, del suo percorso calcistico e delle difficoltà iniziali, della Nazionale e di cosa vuol dire essere ‘il preferito di Silvio Berlusconi'.
La scelta della Fiorentina cosa rappresenta per Colpani?
"In realtà è stata una scelta facile. Sono molto felice di essere qui, sin dai primi giorni mi sono trovato bene con tutti e lavorare in un centro sportivo come il Viola Park è davvero fantastico. Firenze è una città bellissima e la gente mi sta mostrando un affetto incredibile. Non potrei essere più soddisfatto".
La presenza di Palladino ha, evidentemente, influito nella sua decisione di vestire la maglia viola: qual è il suo rapporto con il mister?
"Con il mister mi sono trovato bene sin dall’inizio. È un tecnico preparato e ha l’entusiasmo giusto. Grazie alla sua visione di calcio sono riuscito a esprimermi al meglio, è stato lui a ‘spostarmi' dal ruolo di interno di centrocampo a quello di trequartista. Io ho sempre pensato che giocare più vicino alla porta potesse essere la mia posizione ideale e il mister, da questo punto di vista, ha capito che in quella zona di campo avrei potuto essere più utile alla squadra".
Quando ha cominciato a tirare i primi calci al pallone?
"Provengo da una famiglia di sportivi, i miei genitori hanno giocato a buoni livelli in vari sport e mio zio ha giocato in Serie B. Il calcio, ma direi lo sport in generale, sono sempre stati presenti nella mia vita".
In alcuni provini è stato ‘scartata’ per il suo fisico nonostante le sue evidenti qualità: in Italia si privilegiano e si formano davvero i giocatori partendo dal loro fisico e non guardando tutto il quadro completo?
"È la verità. Soprattutto da piccolo ho sempre fatto fatica a giocare. Ero fisicamente gracile e spesso venivo preferito a ragazzi fisicamente più pronti di me. Però quella gavetta mi è stata utile per migliorare sia sul campo che dal punto di vista caratteriale".
Atalanta (senza mai esordire), Trapani, Monza e Fiorentina: ci parla del suo anno in B in Sicilia?
"Dopo gli anni con l’Atalanta, tra settore giovanile e prima squadra, sono andato in Serie B per trovare spazio e iniziare a giocare con continuità tra ‘i grandi'. È stato una stagione importantissima per me. Ho giocato tante partite e credo di essere cresciuto molto in quell’anno. Ringrazio sia Baldini che Castori, che mi hanno allenato in quella stagione, perché hanno svolto un ruolo fondamentale nel farmi diventare il calciatore che sono oggi".
Si aspettava di essere convocato in Nazionale per gli Europei dopo l’ultima stagione?
"So che sembra una frase fatta, ma è la verità: giocare in Nazionale è un sogno che si avvera ed è così per tutti i ragazzi che iniziano a praticare uno sport. Sono stato felicissimo di essere stato convocato da mister Spalletti per le qualificazioni agli Europei e spero di avere l’opportunità di tornare a indossare quella maglia, ovviamente consapevole che tutto ciò passa dalle mie prestazioni alla Fiorentina".
Silvio Berlusconi diceva che ‘Colpani era il suo preferito’: che rapporto avevate?
"Con il Presidente avevo un bellissimo rapporto. Era molto vicino alla squadra e aveva sempre una parola o una battuta spiritosa per tutti. Era sempre bello stare in sua compagnia. Ovviamente per me è stato un grande motivo di orgoglio sentirgli dire che fossi il suo preferito e, da parte mia, ho sempre tentato di ripagare sul campo il suo affetto. Ringrazierò sempre il Presidente per l’affetto e la fiducia mostrata nei miei confronti".
Ci sono dei calciatori a cui si ispira o che ammira più di altri?
"Sono calcisticamente innamorato di Messi, ma il mio idolo da sempre è Andres Iniesta. Il suo soprannome, l’illusionista, era veramente adatto a lui. Era davvero capace di far sparire e ricomparire il pallone. Un fuoriclasse assoluto. Anche oggi ci sono calciatori fantastici ai quali ispirarsi, su tutti mi piace guardare Bellingham, un calciatore moderno che riesce a combinare perfettamente atletismo e tecnica".
Perché la chiamano El Flaco?
"È un soprannome che mi porto dietro dai tempi del settore giovanile dell’Atalanta. Un mio compagno dell’epoca mi vide durante gli allenamenti e mi ha chiamato così perché gli ricordavo Javier Pastore. È un soprannome che mi piace molto. Ho chiamato così anche il mio cane…".
In cosa deve ancora crescere Colpani?
"Sicuramente posso crescere ancora, il Mister mi stimola molto da questo punto di vista, ma sono consapevole che devo continuare a lavorare, soprattutto per mantenere alto il mio livello di gioco per tutti e 90 i minuti di gioco".
Quali sono gli obiettivo di Colpani per la stagione 2024-2025?
"Innanzitutto, insieme ai miei compagni, vogliamo provare a fare un’ottima stagione e raggiungere tutti gli obiettivi di squadra. Personalmente vorrei poter crescere e migliorare ancora anche dal punto di vista dei numeri. La scorsa stagione ho realizzato 8 reti e mi piacerebbe riuscire a fare ancora qualcosina di più".