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Andrea Agnelli rompe il silenzio con un messaggio per Allegri: usa le parole che la Juve ha evitato

La frase dedicata dall’ex presidente al tecnico esonerato restituisce la giusta dimensione al valore di Allegri in bianconero. “Hai rappresentato essere Juventus con ogni tua cellula”.
A cura di Maurizio De Santis
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Andrea Agnelli ha fatto quel che la Juventus di oggi non ha saputo/voluto fare: salutare Massimiliano Allegri rendendogli i giusti meriti nonostante quella serata di follia all'Olimpico. Alla comunicazione algida della società, che ha ufficializzato l'esonero dell'allenatore, fa da contraltare il messaggio condiviso sui social dall'ex presidente che di Max è sempre stato un profondo estimatore.

Lo ha rivoluto con sé dopo aver ceduto al fascino della ‘grande bellezza' (credendo bastasse prendere Maurizio Sarri per replicarla a Torino), a quello della scommessa-amarcord con Pirlo ed essersi svenato per Cristiano Ronaldo. Gli stringe la mano e lo abbraccia adesso, nel momento più duro per il tecnico livornese, mandato via con addosso il marchio dell'infamia per comportanti inappropriati e "non compatibili con i valori della Juventus".

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Pure questo entra nel corredo accessorio della fine di un'era sportiva in bianconero. Ecco perché le parole dell'ex massimo dirigente sembrano voler rimettere le cose a posto almeno sotto il profilo formale. Quanto a quello umano, la rottura consumata con l'ira funesta ha travolto ogni cosa. Per Agnelli no, è un'altra cosa: non si possono derubricare a "periodo di collaborazione" (come si legge nella nota del club sulla decisione di sollevare dall'incarico Allegri) l'impegno e la professionalità profusi, lo spirito di servizio con il quale ha fatto da scudo in un periodo tremendo per quanto avvenuto un anno fa, i successi conquistati.

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Un mix straordinariamente unico: superbia e umanità che si fondono continuamente durante un viaggio decennale. Grazie Max, grazie a te che hai rappresentato essere Juventus con ogni tua cellula. Fino alla fine…

Cinque scudetti e altrettante Coppe Italia, due Supercoppe italiane: come si fa a omettere un percorso del genere? E come si fa a lasciare cadere nell'oblio anche la qualificazione a due finali di Champions (nella prima era di Allegri a Torino) che, a pensarci oggi, sembrano appartenere alla preistoria? Non si può. E Andrea Agnelli non vuole. Fino alla fine.

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