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Andrea Agnelli al processo ‘Last Banner’: “Dissi di denunciare le minacce degli ultras”

Andrea Agnelli è stato ascoltato questa mattina al Tribunale di Torino come testimone nell’ambito dell’inchiesta “Last Banner”. I fatti dell’indagine risalgono al 2016 quando una parte del tifo organizzato bianconero fu accusato di ricatto nei contri della stessa Juventus per avere biglietti delle partite all’Allianz Stadium per poter gestire bagarinaggio e controllare il merchandising.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Andrea Agnelli è stato ascoltato questa mattina al Tribunale di Torino come testimone nel processo "Last Banner". Il presidente della Juventus è stato chiamato a fornire la sua versione dei fatti nell'ambito dell'inchiesta che nel 2016 vide una decina di esponenti della curva bianconera accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata ai danni di alcuni tifosi. Nel caso specifico, il club bianconero, veniva invece ricattato per avere biglietti delle partite all'Allianz Stadium per poter gestire bagarinaggio e controllare il merchandising.

Il numero uno della Juventus ha spiegato, nel corso della testimonianza fornita questa mattina, come avesse impartito, nel 2016, delle direttive precise per cui dovessero essere presentate denunce ogni volta ci fossero stati i presupposti: "Le minacce e le estorsioni nei confronti del nostro Slo, Alberto Pairetto, furono i più gravi – ha dichiarato Agnelli quest'oggi – Lui non riuscì più a sopportare il preso di questa situazione ed ebbe tutto il nostro pieno supporto".

I dettagli dell'inchiesta "Last Banner"

Lo stesso Agnelli ha specificato come il 2016 fosse anche l'anno della morte di Raffaello Bucci, ovvero un ex ultrà che fungeva da collaboratore della stessa Juventus in quegli anni e delle tante indagini sulle presunte infiltrazioni della ndrangheta all'interno della curva bianconera. La società decise così di mettere un freno ad alcune agevolazioni che aveva permesso ai gruppi organizzati e dopo questo forte provvedimento, Pairetto presentò denuncia nel 2018 per le pressioni seguenti subite dagli stessi esponenti del tifo organizzato bianconero.

Una questione che la Juventus vuole dunque chiudere in fretta e la testimonianza di Andrea Agnelli sarà utile per poter fare il punto della situazione. L'inchiesta è comunque a buon punto e già lo scorso giugno 2020, nel corso dell'udienza preliminare, arrivò una condanna, tre assoluzioni, tre patteggiamenti e due proscioglimenti. Il 30 settembre scorso invece, la Juventus aveva comunicato che avrebbe destinato qualsiasi tipo di indennizzo in beneficenza. A coordinare l'inchiesta sono i procuratori Patrizia Caputo e Chiara Maina.

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