André Onana: “All’Inter un giorno ho dovuto comprare 35 iPhone. Un’altra volta: vogliamo dei Rolex”

L'ex portiere dell'Inter André Onana è stato protagonista di un podcast in Francia. Il numero uno del Manchester United ha raccontato alcuni aneddoti relativi alla sua esperienza in nerazzurro. Storie spassose quelle del camerunese che ricorda quello dell'Inter come uno spogliatoio chiassoso e ricorda di quando dopo una multa fu costretto a comprare 35 iPhone.
Lo spogliatoio dell'Inter era una discoteca
Onana ha giocato una sola stagione con l'Inter: 24 presenze in campionato, 41 complessive, due trofei vinti e soprattutto la finale di Champions League giocata contro il Manchester City. Di quell'annata ha tantissimi ricordi. A Le Media Carré, Onana ha esordito dicendo. "Il nostro spogliatoio era una discoteca".

Le multe per i ritardi e gli iPhone
Poi il portiere ha parlato soprattutto delle multe, multe che ha dovuto pagare e ha svelato soprattutto che quando riceveva una multa per un ritardo non doveva pagare una somma in denaro, ma doveva effettuare dei regali: "Le multe? Sembra che ne abbia prese dieci. Quando arrivavi nello spogliatoio appena entravi dovevi segnalare il ritardo. Io arrivavo e lo dicevo subito".
Onana, onestissimo, dopo aver confessato aspettava la ‘punizione'. In un'occasione fu costretto a comprare 35 iPhone: "Le multe erano alte, a volte bastava solo una battuta per prenderne una. Una volta mi hanno fatto comprare 35 iPhone, dovevo comprarne uno per tutti. C'erano multe anche solo per un ritardo. Si testava l'affidabilità del gruppo a un livello molto alto. Il ritardo non era tollerato. Preferivo un calo di prestazione che un ritardo".

Dagli iPhone ai Rolex per le multe di Onana
L'intervistatore gli chiede conferma dell'acquisto degli iPhone, Onana conferma e aggiunge un'altra cosa: "Ho comprato 35 iPhone per due o tre minuti di ritardo. In quella stagione all'Inter ho fatto almeno quattro multe di questo tipo. Anche mia moglie ha ricevuto quattro iPhone. Non era l'unico a pagare le multe. Una volta che arrivavi in ritardo dovevi pagare per tutti. Loro poi decidono e ti dicono: ‘Vogliamo dei Rolex'. Era una cosa assurda".
Nella narrazione è presente Dumfries, buon amico dell'ex Ajax, che è protagonista anche di un altro ricordo: "Una volta parlando con Denzel gli dissi: ‘Sono venuto qui per vincere tutto la Champions". Lui mi rispose: ‘Fratello, per noi la cosa più importante è la Supercoppa'".