Anche per Pioli c’è un problema di razzismo nel calcio italiano: “Dispiace, servono provvedimenti”
Di fronte a quanto accaduto subito dopo il 90′ di Juventus-Inter di Coppa Italia anche Stefano Pioli non è rimasto di certo impassibile. Al di là delle polemiche sulle espulsioni, su eventuali sanzioni e squalifiche, sulle risse sfiorate e avvenute tra giocatori, il tema caldo è il razzismo all'interno del calcio. Che per il tecnico del Milan c'è, esiste e deve venire estirpato.
Le parole di Lukaku che ha denunciato atteggiamenti, cori e insulti razzisti; i filmati che dimostrano quanto avvenuto dentro allo Stadium durante Juve-Inter; la denuncia di altri giocatori che si sono stretti attorno all'attaccante belga. E ancora, la nota ufficiale della Lega, le risposte di altri giocatori che hanno ricordati episodi analoghi avvenuti in passato. Tutto fa capire che il tema della discriminazione e del razzismo è ben lungi dall'essere lontano dal mondo del calcio italiano.
Così, nella conferenza pre gara in vista del match interno di campionato contro l'Empoli anche per Stefano Pioli tocca parlare dell'argomento. Un argomento delicato ma reale, come amaramente ha ammesso anche l'allenatore rossonero: "L'unica cosa che sento dentro è un grade dispiacere per quello che succede dentro gli stadi. Anche se continuiamo a sostenere che è solamente una piccola minoranza e ne sono convinto. Io ho tantissimi amici e conoscenti che frequentano gli stadi e sono persone eccezionali, che vanno allo stadio per godersi lo spettacolo, per incitare la propria squadra, per aver rispetto del risultato, per avere rispetto degli avversari".
"Purtroppo, però, se certe situazioni continuano significa che bisogna prendere dei provvedimenti. Perché è chiaro che lo sport deve essere affrontato con uno spirito del tutto diverso". Parole che richiamano i pensieri di molti altri addetti ai lavori, giocatori e società, tra cui lo stesso Milan che ha manifestato via social sui propri account ufficiali la propria posizione contro ogni forma di intolleranza e discriminazione, rilanciando un messaggio arrivato direttamente dalla Lega Serie A.