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Anche Maurizio Schillaci alla camera ardente: “Cosa direi a Totò? Alzati e ritorna in campo”

Maurizio Schillaci, cugino senzatetto di Totò, si è recato anche lui a dare l’ultimo saluto al bomber azzurro alla camera ardente a Palermo. I rapporti tra i due erano inesistenti da oltre 30 anni, la morte li ha fatti ritrovare: “Cosa direi a mio cugino? Alzati e ritorna in campo”. Poi il messaggio ai giovani: “Ragazzi, la vita è bella, godetevela, ma non con la droga”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Maurizio Schillaci e Salvatore Schillaci, per tutti Totò, hanno condiviso cognome famoso e talento calcistico, e per due anni (al Messina, tra il 1987 e il 1989) anche lo spogliatoio, ma per il resto le due esistenze dei cugini hanno viaggiato su binari molto diversi da quando la loro carriera si è separata: abissi senza fondo per Maurizio, finito nel tunnel della droga e ritrovatosi a dormire in strada da parecchi anni a questa parte, successo planetario per Totò, idolo delle ‘Notti Magiche' dei Mondiali di Italia '90. I rapporti tra i due si sono interrotti completamente da oltre 30 anni e solo la morte dell'ex bomber azzurro ha fatto sì che Maurizio potesse ritrovare suo cugino, purtroppo senza più la possibilità di dirsi quello che forse entrambi avrebbero voluto e potuto dirsi. "Cosa direi a mio cugino? Alzati e ritorna in campo", dice adesso Maurizio accennando un sorriso commosso, dopo essersi recato alla camera ardente allestita allo stadio Barbera di Palermo prima dei funerali svoltisi oggi.

La bara di Totò Schillaci portata a spalla ai suoi funerali
La bara di Totò Schillaci portata a spalla ai suoi funerali

Maurizio e Totò Schillaci, cugini lontanissimi per una vita: la morte li ha fatti ritrovare

Di quasi tre anni più grande di Totò, Maurizio Schillaci sembrava avviato ad una luminosa carriera nel calcio. Secondo molti addetti ai lavori dell'epoca, lo Schillaci più talentuoso negli anni '80 era lui, attaccante come il cugino: "Questo lo lascio dire agli altri, a chi mi ha conosciuto calcisticamente, non sono un presuntuoso", ha sempre ribattuto lui. Flagellato da problemi fisici che ne condizionarono il rendimento quando fece il grande salto alla Lazio nel 1986 dopo gli anni al Licata di Zeman, Maurizio dopo una sola stagione in biancoceleste si trasferì al Messina dove si ritrovò assieme al cugino Totò – che vi giocava dal 1982 – e con lo stesso tecnico boemo.

Poi nell'estate del 1989 le strade di Maurizio e Totò si separarono per sempre, prendendo direzioni che più opposte non avrebbero potuto essere: mentre il secondo si accasava alla Juventus, per poi diventare l'anno dopo la stella dei Mondiali e restare per sempre nella leggenda del calcio, il primo finiva ad un'altra Juve, quella di Castellammare di Stabia, prima di finire la carriera ancora al Licata a soli 31 anni. Da lì tante scelte sbagliate e una vita in picchiata, che ha portato Maurizio ai problemi di droga e ad essere abbandonato da tutti i suoi affetti, in primis dalle due figlie avute da matrimoni diversi e con cui i rapporti sono a tutt'oggi inesistenti, così come lo erano con Totò.

Maurizio Schillaci è nato a Palermo come suo cugino Totò e lì vive tuttora in strada
Maurizio Schillaci è nato a Palermo come suo cugino Totò e lì vive tuttora in strada

Maurizio Schillaci oggi vive in strada di elemosine: "La vita è bella, non vi drogate"

Oggi Maurizio Schillaci dorme su una brandina in piazzo teatro Massimo a Palermo, ultimamente ha avuto qualche problema di salute che ha richiesto accertamenti in ospedale, c'è stato anche un appello a procurargli pasti caldi da parte di chi sta cercando di aiutarlo. Di Totò parla solo bene, nessun rancore o parola fuori posto per non avergli mai teso la mano: "Quello che faceva era incredibile dentro l'area – dice a La Stampa – Se non lo anticipavi eri fregato, lui tirava in porta. In due-tre metri non lo prendeva nessuno".

A 62 anni Maurizio si sforza di avere un'esistenza dignitosa e manda un messaggio ai giovani affinché non commettano i suoi stessi errori: "Io sono lì a chiedere la monetina col cane… non rubo, io chiedo educatamente… qualcuno mi aiuta, sennò niente. Io sono stato sempre educato. La vita è bella, non ve lo dimenticate ragazzi. E' bella veramente e godetevela, ma non con la droga, non arrivate da nessuna parte con la droga".

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