Anche Ibrahimovic scopre di avere paura: “Se non sono più in grado di giocare, poi cosa faccio?”
Zlatan Ibrahimovic non ha mai avuto paura di nulla e di nessuno, costruendosi nel corso di 25 anni di carriera un'immagine d'eroe, pronto a combattere – e a vincere – ogni sfida in campo e fuori. Dalla personalità enorme, spesso accompagnata da un sano senso egocentrico che l'acuisce all'estremo, l'attaccante del Milan sa però che c'è una battaglia in cui dovrà cedere: quella contro l'età. Ha già 40 anni, tante stagioni alle spalle giocate ai massimi livelli, senza dimenticare infortuni e guai fisici che ultimamente ne hanno frenato la disponibilità in campo. E così, da un momento all'altro potrebbe arrivare anche il momento di dire addio al calcio giocato.
Zlatan non ci pensa, almeno così afferma in una lunga intervista rilasciata a Espn in cui ammette di avere un nemico davanti al quale si ritrova anche lui indifeso, l'incertezza del futuro: "Se dovessi decidere di smettere di giocare, cosa faccio?". Una domanda semplice la cui risposta risulta complessa, a tal punto da cacciarla in fondo ai pensieri, tornando a concentrarsi – e forse a illudersi – che solo questo basti per fermare il tempo. Ma di tempo oramai ce n'è sempre meno davanti e bisogna fare i conti con la realtà: "Io provo a posticipare la linea di porta, ma sono vicino" ammette "Sono concentrato su ciò che faccio, penso ad allenarmi, a giocare e a fare gol, aiutando i miei compagni".
Eppure, il tarlo c'è e anche Ibra lo sa: "Ovviamente per continuare a giocare devo stare bene fisicamente, devo essere in grado di farlo, devo potermi divertire giocando perché se soffri troppo allora non ha più senso". E di sofferenze soprattutto nelle ultime due stagioni in rossonero Ibrahimovic ne ha vissute. Soltanto ultimamente è tornato a disposizione di mister e compagni anche se non ancora al 100% e intanto sono solo 25 le presenze stagionali di cui solo 8 per 90′ minuti, e solo 8 i gol segnati, il suo peggiore risultato di sempre.
"Se pensassi al mio ritiro, non sarei in grado di aiutare i miei compagni a cercare la vittoria e anche me stesso in fare ciò che vorrei. Bisogna però anche essere realistici e dirsi "è abbastanza" quando arriva il momento, per aprire un nuovo capitolo. I calciatori seguono lo stesso programma ogni giorno e io lo sto facendo da 25 anni. Sei come un soldato e io sono vicino a questa linea" ammette Ibrahimovic che poi ha un ultimo sussulto di orgoglio: "Ma non ancora".