Ancelotti si scopre mago di Coppa e imbriglia Klopp. Napoli (quasi) perfetto ad Anfield
Carlo Ancelotti sa come fermare Klopp. L'ha battuto due volte al San Paolo nelle ultime stagioni, stavolta ad Anfield si prende un pareggio che può raccontare un nuovo inizio. L'1-1 è una bella risposta di squadra, di compattezza e unione. E' decisivo il contributo di Allan, è notevole la prestazione di Koulibaly e Manolas che stringono Salah e Firmino. Il Liverpool domina il possesso palla ma a lungo la manovra è sterile, lontana dallo stile abituale di Klopp. I Reds giocano sul terreno del Napoli, non sono gli azzurri ad adattarsi alla velocità e alle verticalizzazioni degli inglesi. La scelta di tenere Callejon in panchina stavolta funziona, Di Lorenzo gioca un'ottima partita e disegna il lancio per il gol del vantaggio di uno scaltro Mertens. Peccato la distrazione sul calcio d'angolo che ha portato al pareggio di Lovren: effetto collaterale della marcatura a zona.
Callejon in panchina: prima volta in Champions League
Klopp sceglie a destra Gomez per Alexander-Arnold, e in mezzo Milner che dà un turno di riposo a Wijnaldum in mezzo. Nel Napoli, Ancelotti avanza Di Lorenzo a centrocampo e tiene Callejon in panchina, e non gli era mai successo in Champions League da quando è al Napoli. Gli azzurri non vincono da sei partite, Ancelotti sceglie di sfidare Klopp negli spazi, fra le linee, provando a occupare il centrocampo contro la squadra che più di tutte ha perfezionato il suo calcio diretto e veloce saltando la linea mediana. Chiede ai due attaccanti, Lozano e Mertens, di stare stretti sui centrali avversari per ostacolare l'uscita bassa del pallone soprattutto a Van Dijk. Il messicano agisce sul centro-destra in combinazione con Di Lorenzo, che rimane molto alto con Maksimovic a coprirgli le spalle.
Il Napoli si disegna con un 4-4-2 in fase di non possesso, e nei primi minuti la costante pressione del Liverpool costringe gli azzurri a contenere senza avere di fatto occasioni per ripartire. La squadra di Ancelotti tenta soluzioni azzardate, come il pallonetto da centrocampo di Mario Rui, ma dimostra una volontà di giocare il pallone da dietro con il supporto di Fabian Ruiz che viene a prendersi il pallone nel ruolo di mezzala sinistra. Dall'altro lato, invece, Maksimovic fatica ad accorciare, a difendere in avanti, come se non si fidasse della velocità nell'uno contro uno in ripiegamento.
Napoli, contropiede letale: la sblocca Mertens
Si fa male Fabinho, e allora salta il piano di Klopp di dare riposo a Wijnaldum. Il Liverpool comunque si mantiene stabilmente nella metà campo del Napoli anche grazie all'intelligenza intuitiva di Firmino capace di galleggiare dove l'attenzione è più bassa e materializzarsi dove serve quando c'è bisogno di lui. Ma la partita la sblocca un belga con la faccia "da scugnizzo", quel Dries Mertens per tutti Ciro che tira una leggera ancata a Van Dijk a centrocampo poi scatta a campo aperto. Lo vede Di Lorenzo, non tanto Lovren che rimasto da solo scommette sul fuorigioco ma sbaglia il tempo: il diagonale stretto di Mertens, pur con la gioia differita per il controllo del VAR, porta il Napoli in vantaggio.
Per tutta la prima mezz'ora, il Napoli riesce a contenere senza di fatto rischiare niente. I Reds però alzano la spinta con i due terzini, e diventano sempre più decisive le chiusure di Di Lorenzo e Zielinski, chiamati ad estendere la rispettiva zona di competenza nelle due fasi. Il vantaggio ha l'effetto di spingere gli azzurri ancora più indietro a protezione dell'area. La difesa di Ancelotti riesce a contenere Salah, che tende a piazzarsi fra centrale e terzino e a sfruttare l'appoggio da dietro dal suo lato di Henderson, lascia ai Reds libertà di palleggio a cavallo della zona di centrocampo ma chiude le linee di passaggio negli ultimi 25 metri. Così il Liverpool, abituato a giocare in verticale, in velocità, manovra alle condizioni del Napoli, forzato dentro un fraseggio orizzontale insistito, stretto, non così produttivo. Salah salta solo una volta nel primo tempo un Mario Rui diligente, chiamato a contenere più che a spingere. Meret effettua appena una parata, nel finale, dopo l'incursione di Milner che i difensori lasciano passare temendo di far fallo.
Il Liverpool gioca alle condizioni del Napoli
Il Napoli riesce a giocare alle sue condizioni e a bloccare il Liverpool nonostante i 106 passaggi dei Reds negli ultimi trenta metri contro i 9 della squadra di Ancelotti. Van Dijk, Robertson e Gomez guidano la classifica per numero di appoggi riusciti alla fine del primo tempo, ma più della loro precisione e di due illuminanti colpi di tacco di Firmino incidono i sei contrasti complessivi di Allan, Maksimovic e Fabian Ruiz, i tre anticipi di Mario Rui, i due tiri bloccati da Manolas che poi si destreggia in sei disimpegni.
Il tempo e lo spazio si alleano nella strategia del Napoli. Il Liverpool si contorce nel tentativo di individuare una strada diversa dalla propria natura per vedere la porta. Ma la gestione del possesso a basso ritmo è più fredda, più statica. Il movimento dei tre davanti non sbilancia la difesa degli azzurri che questo piano di gioco lo conoscono e sanno come neutralizzarlo. Koulibaly, responsabilizzato come capitano per l'assenza di Insigne, salva sulla girata di Firmino che stava per punire il primo errore in uscita di Meret (55′).
E' determinante nel Napoli la presenza a tutto campo di Allan, elemento decisivo per schermare la difesa. E' il primo ad andare a chiudere negli spazi di mezzo su Salah e a consentire a terzini e ali di aprirsi nelle transizioni positive. Klopp inserisce Oxlade-Chamberlain per Gomez. La fascia destra diventa determinante per i Reds, anche con la spinta nel corridoio interno di Henderson, capitano per la 150ma volta.
E' la fase più stancante per il Napoli, chiuso nella sua metà campo, costretto a inseguire il pallone, a rincorrere, mentre il tempo rallenta e il campo si allunga. E alla lunga, una situazione del genere si paga. Su corner, salta la marcatura a zona contro Lovren che si inserisce da dietro sul secondo palo e pareggia.
Il Napoli, che da venti minuti non riusciva più a proporre calcio e risalire il campo palla al piede, ha bisogno di un giocatore diverso davanti. Ancelotti toglie Lozano per Llorente, che può proteggere palla su lancio lungo, alleggerire la pressione e aiutare anche la difesa su calcio da fermo. I 14 scambi in 70 minuti tra Fabian Ruiz e Zielinski (principale combinazione di passaggi nel Napoli) traccia una possibile soluzione all'affanno con cui la squadra di Ancelotti interpreta il secondo tempo. Klopp riporta la difesa a quattro con una struttura più compiuta con Alexander-Arnold per Milner, Ancelotti sacrifica Mertens negli ultimi dieci minuti per Elmas che va a dare il cambio a Zielinski nel settore di centro-sinistra per contrastare gli effetti della sostituzione dei Reds. Poi esce anche il polacco per Younes. il Napoli rischia meno nel finale, si prende un pareggio che vale una vittoria. Da qui, comincia una nuova fase della stagione.