Ancelotti non dimentica nessuno durante la festa del Real: fa parlare anche chi non ha giocato
La vittoria del Real Madrid si è trasformata in una festa per tutti, anche per quelli che non hanno giocato in questa stagione. Carlo Ancelotti è ormai come un padre per i suoi giocatori e da tale non lascia indietro proprio nessuno: durante la grande festa di Madrid, dove è stata portata in trionfo la squadra che ha vinto la quindicesima Champions League della sua storia, ma l'allenatore non ha dimenticato di mettere al centro delle celebrazioni anche Arda Guler.
Il talento turco non ha mai esordito in Europa, nonostante sia stato convocato per qualche partita alla quale ha assistito rigorosamente dalla panchina, eppure nel giorno della parata tutti hanno deciso di metterlo al centro come se fosse una sorta di incoronazione per il futuro.
Ancelotti incorona Guler
L'allenatore del Real Madrid come al solito è stato l'anima della festa. Ancelotti non si tira indietro in queste circostanze e si lascia travolgere dall'energia dei suoi giocatori che lo celebrano come un grande eroe. A un certo punto dal palco il tecnico ha preso il microfono per parlare al suo pubblico e mettere sotto ai riflettori chi era rimasto in ombra.
"Ho ballato con Camavinga, ho cantato, ora vorrei fare una cosa, presentarvi un ragazzo molto interessante: Arda!": poche parole ma che hanno fatto spuntare un grande sorriso sul volto del turco, acclamato subito da tutta la folla. Guler ha provato a ringraziare in spagnolo prima di abbracciare Ancelotti.
Il rapporto con Guler
Non è la prima volta che i due lasciano intravedere all'esterno il rapporto coltivato negli spogliatoi nell'ultimo anno. Guler non ha avuto tante possibilità di mettersi in mostra con il Real Madrid, anche se è arrivato in Spagna come se fosse un predestinato. Gli acciacchi fisici e un po' di concorrenza di troppo hanno complicato la situazione, ma non gli hanno fatto perdere la stima di Ancelotti.
Dopo la vittoria della Liga le telecamere avevano pizzicato l'allenatore mentre sistemava la cravatta al suo giovane giocatore, un gesto di grande affetto che fa capire benissimo le dinamiche che si sono instaurate.