Ancelotti ha la cura giusta per Leao: “Se fosse con me, lo picchierei tutti i giorni”
Sarà una settimana lunga per Carlo Ancelotti e il suo Real Madrid, che sabato prossimo scenderà in campo a Wembley nella finale di Champions League contro il Borussia Dortmund. Le merengues vanno a caccia della vittoria numero 15 nella massima competizione europea, il 64enne tecnico emiliano insegue il quinto trionfo da allenatore: entrambi detengono già il record quanto a successi. Carletto prepara la partita con la sua abituale serenità, annuncia che finirà la carriera al Real ma non dimentica il suo vecchio Milan. In particolare ha un pensiero per Leao, cui saprebbe che trattamento dedicare… "Lo picchierei tutti i giorni".
Parole dettate dalla stima che Ancelotti ha per il 24enne attaccante portoghese: "Il Milan ha un grande talento come Leao. Da picchiare, a volte. Se fosse con me, lo picchierei tutti i giorni. Seguo da lontano la squadra, con affetto. Da lì è tornato qui un Brahim Diaz straordinario".
Allargando il discorso al calcio italiano nel suo complesso, il tecnico di Reggiolo ritiene che in questo momento abbiamo un solo fuoriclasse: "Non ne vedo, a parte Donnarumma in porta. Sto parlando di una generazione simile a quella di Pirlo, Totti, Del Piero. Serve ancora un po' di tempo. Quello che manca, per me, è negli stadi. E nell'ambiente. Insomma, c'è abbastanza da svecchiare".
Carletto – che compirà 65 anni il prossimo 10 giugno – ha le idee chiare sul futuro: "Io allenerò fino a quando rimarrò al Real – spiega a Repubblica, forte di un contratto appena rinnovatogli da Florentino Perez fino al 2026 – E fino a quando io resto qui, mio figlio Davide starà con me, poi farà l'allenatore".
Il discorso scivola poi sulla finale di Champions: "Sono madridista anch'io, mi identifico con questa maglia e voglio fare felice la gente, il club. Non sarà facile. Loro sono forti, passano in un attimo dalla difesa all'attacco. Hanno eliminato il PSG in semifinale e l'Atletico nei quarti. L'importante è l'actitud, l'atteggiamento giusto. Secondo me bisogna innanzitutto disfrutar, sapersi godere il privilegio di un lavoro che è anche un gioco. E rimuovere lo stress. Il calcio è complicato e semplice, complicado y sencillo. Però più semplice. Basta avere pasión e non complicarlo, appunto, con l'obsesión. L'ossessione è una malattia e io per fortuna non sono ossessionato: ho ancora tanta passione".