video suggerito
video suggerito

Ancelotti esplode in conferenza: “Questo non è un dibattito, non sono uno stupido”. Cosa è successo

Il tecnico del Real Madrid, sotto pressione dopo la scoppola tremenda in Supercoppa col Barcellona, mette le mani avanti in conferenza: “Ho l’equilibrio necessario che mi ha dato l’esperienza per sapere chi sono”.
A cura di Maurizio De Santis
0 CONDIVISIONI
Immagine

La scoppola tremenda presa dal Real Madrid in Supercoppa di Spagna contro il Barcellona è una ferita ancora aperta. Carlo Ancelotti è abituato a gestire la pressione, sa come si affrontano certe situazioni e nella conferenza stampa odierna, alla vigilia della partita contro il Celta, ha alzato sopracciglio e messo le mani avanti respingendo al mittente ogni tentativo da parte dei media di colpirlo al cuore, nell'amor proprio di allenatore che rischia l'esonero (come trapelato nei giorni scorsi).

Ha attraversato il mondo del calcio da calciatore e imparato a farlo anche da allenatore, ne conosce tutte le sfumature. Fiuta l'aria e s'accorge qual è quella che tira, soprattutto quando le cose non vanno per il verso giusto. Bastava osservare la faccia che aveva subito dopo la partita per capire come si sentisse in quel momento e cosa si aspettasse per il futuro. E allora al giornalista con la matita rossa e blu, che durante l'incontro che precede il match di campionato incalza su argomenti tecnici, replica in maniera molto netta. Rispettosa ma severa.

Immagine

"Devo chiarire una cosa – dice Ancelotti -. Questa è una conferenza stampa e non un dibattito. A discutere di certi argomenti sono io e lo faccio con lo staff tecnico e i miei giocatori. Aprire un dibattito qui non mi sembra la sede più opportuna". Stop. Inutile girarci intorno. Tant'è che alza un muro dinanzi al tentativo di restare sul tema dell'impegno e del lavoro, sull'atteggiamento da parte della squadra che può infastidirlo. Non ne vuole parlare e lo ribadisce, facendo molta attenzione a calibrare le parole. "Non mi dà fastidio per niente perché la squadra ha lavorato bene. Non mi dà fastidio perché non è la verità".

Altra nota proibita, il riferimento al mercato e all'opportunità di fare acquisti a gennaio. Alla domanda "la squadra ha bisogno di rinforzi?" replica in maniera secca. "Non ti rispondo". Risponde, e con orgoglio, a un altro quesito che lo tocca personalmente: quanto è difficile essere Carlo Ancelotti. L'allenatore non tradisce smorfie e chiude la questione così: "No, assolutamente. A livello professionale il posto più bello del mondo è dove mi trovo, sulla panchina del Real Madrid. È il posto dove tutti gli allenatori vogliono essere un giorno. La mia posizione è la migliore in assoluto".

Non c'è considerazione trabocchetto che possa trarlo in inganno, fa appello a tutta la forza tranquilla che lo contraddistingue per respingere riflessioni che non gli piacciono. È arrabbiato per le critiche?. La replica di Ancelotti non fa una piega: "Non seguo l'ondata di critiche per le quali un giorno sei il migliore del mondo e un altro no. Ho l'equilibrio necessario che mi ha dato l'esperienza per sapere chi sono e non lasciarmi trasportare, perché altrimenti un giorno sei il migliore e un altro giorno sei il più stupido… penso di non essere il migliore ma non credo nemmeno di essere il più stupido".

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views