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Ancelotti durissimo col Milan: “L’addio a Maldini? Mancanza di cultura, così destinati a fallire”

All’indomani del licenziamento di Maldini dal Milan, Carlo Ancelotti non è rimasto in silenzio, esprimendo tutte le proprie perplessità sulla decisione della proprietà americana: “Per conservare la storia ai massimi livelli, va tutelata la memoria del passato”
A cura di Alessio Pediglieri
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Un Milan senza Paolo Maldini era impensabile fino a qualche settimana e, invece, da qualche giorno è una dura e amara realtà con cui il mondo rossonero deve imparare a convivere. Nell'accettazione della volontà della nuova proprietà RedBird incarnata in Gerry Cardinale che ha dettato la linea e le scelte che sono tutt'altro che popolari. A tal punto che amarezza e critiche sono giunte anche da altre icone milaniste, come Carlo Ancelotti non rimasto di certo refrattario a quanto accaduto.

I primi a manifestare perplessità e dubbi sono stati i giocatori: nell'immediato susseguirsi di voci di un licenziamento di Massara e Maldini, poi trasformatosi in atto formale da parte del club, la squadra non ha mancato di mostrare il proprio disappunto, mostrando un attaccamento con l'ex stella rossonera che ne ha rivelato i profondi rapporti instauratisi nel tempo. Poi, la tifoseria, che non è nemmeno riuscita a metabolizzare l'addio al calcio di Zlatan Ibrahimovic per ritrovarsi improvvisamente con un altro colpo basso.

Malumori e delusioni cui la società non ha rivolto il proprio sguardo, proseguendo su una linea interna autoregolamentata dalla precisa volontà della proprietà evidenziata anche dalle ultime dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Milan, Paolo Scarioni. Una condotta che non ha mancato di lasciare interdetto anche un altro ‘mostro sacro' della storia milanista, Carlo Ancelotti che non ha mancato di intervenire sull'argomento, esprimendo senza veli il proprio duro pensiero: "I club che pensano solamente a fare business al di sopra dello spirito sportivo, sono destinati a fallire" ha sottolineato l'attuale tecnico del Real ed ex vate milanista, sia in campo che in panchina. "Il mecenatismo? Oggi non ha più il significato di prima, ma il mero affarismo è negativo" ha spiegato in una intervista a Il Gironale.

Carlo Ancelotti con Paolo Maldini; è la celebrazione della Champions 2007 vinta col Milan
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Per Ancelotti, la scelta della società rossonera è stata sbagliata sotto ogni punto di vista. Senza attendere se il tempo darà ragione a lui o a Cardinale, il concetto di base è lo stesso che gli stessi tifosi hanno visto cancellare con un colpo di spugna: "A Madrid ho imparato che la storia di un club va rispettata sempre, qui Di Stefano, Amancio, Gento, Puskas sono ancora valori esclusivi verso i quali si nutre riverenza. Per conservare la storia ai massimi livelli, va tutelata la memoria del passato". E sul "caso" Maldini l'analisi non può che essere acre e velenosa: "Ciò che è accaduto a Paolo dimostra una mancanza di cultura storica, di rispetto della tradizione milanista. Se è vero che con la storia non si vince è anche vero che la storia insegna a vincere".

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