Ancelotti discute con Endrick, è spiazzato dalla risposta: “Professore, so cosa devo fare”

Meno di venti minuti giocati complessivi. Endrick sapeva che accettare il trasferimento al Real Madrid avrebbe comportato una buona dose di pazienza e una gavetta abbastanza lunga e dura da fare (anche) in panchina. E oggi che i blancos giocano in Coppa del Re il ritorno della semifinale con la Real Sociedad sente che sì, forse, è la sua ora. In fondo, all'andata è grazie a lui se i blancos hanno messo le mani sul passaggio del turno (vittoria per 0-1, gol su assist di Bellingham) ed è in questo trofeo che ha potuto giocare un po' di più. L'ex Palmeiras, reduce dalla convocazione con la Seleçao, mette la testa sotto e continua a lavorare con buona lena tanto da chiamare Ancelotti "professore". Un episodio avvenuto dietro le quinte che chiarisce come si senta ancora un "allievo" in una scuola di giganti dai quali ha tutto da imparare.
Quattro presenze, altrettante reti sono una boccata d'ossigeno per il 18enne brasiliano, che talento ne ha ma non basta ancora per meritare la maglia da titolare con maggiore continuità. In Liga non ha mai avuto questo privilegio, in Champions gli è capitato una volta sola (contro il Lille), in coppa nazionale ha provato a convincere il tecnico che può contare su di lui.

"Qui è normale fare panchina", ha spiegato Carlo Ancelotti chiarendo che una situazione del genere era toccata anche ad altri protagonisti odierni quali Rodrygo e lo stesso Vinicius o ancora Valverde e Camavinga. "Endrick sta lavorando bene e quando potrò gli darò qualche minuto. Ne ha sempre approfittato e lo vedo tranquillo. In Coppa del Re sarà un'opzione perché lì ha fatto molto bene. Per il resto, non gli manca niente. Ma la concorrenza è alta perché molto alta la qualità dei calciatori in rosa".
Cosa è successo di recente durante un allenamento nel centro sportivo madrileno di Valdedebas è venuto alla luce di recente. Il dialogo tra Endrick e l'allenatore fotografa in pieno condizione personale e consapevolezza del contesto (oltre che delle proprie qualità). Ancelotti gli chiesto come si sentiva, se aveva voglia di parlare o qualcosa da dirgli ma restò spiazzato (o piacevolmente meravigliato) dalla risposta ricevuta. "Non ho niente da dire, professore – è l'indiscrezione fatta dal quotidiano sportivo iberico, Marca -. Tutto quello che devo fare è continuare a lavorare e aspettare la mia occasione". Il termine professore abbinato al resto della frase lascia intendere come il ‘ragazzo' abbia capito cosa deve fare: attendere il suo momento, farsi trovare pronto. Al Real funziona così.