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Amsterdam vietata ai laziali perché “filo-fascisti”, la rabbia della Lazio: “Decisione da terzo mondo”

La trasferta contro l’Ajax è stata vietata ai tifosi della Lazio, definiti dall’amministrazione di Amsterdam “a rischio di espressioni di estrema destra”. Dalla Lazio Fabiani tuona: “Non siamo figli di un dio minore”
A cura di Ada Cotugno
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La Lazio prende una posizione forte dopo il comunicato arrivato da Amsterdam riguardo alla trasferta di Europa League contro l'Ajax: la capitale olandese ha esplicitamente dichiarato che i tifosi biancocelesti non sono i benvenuti perché hanno "simpatie fasciste" e nessuno in città vuole che si ripeta il caos visto contro il Maccabi. Il comunicato ha parlato di "rischio di espressioni di estrema destra, antisemite, razziste e di disordini", soprattutto perché "alcuni tifosi della Lazio sono noti per il simbolismo fascista e i disturbi dell’ordine pubblico".

Frasi sconvolgenti che la società non ha voluto accettare. Ci ha pensato Angelo Fabiani a fare chiarezza sul pensiero della Lazio che è stata categorica: il direttore sportivo non ha usato mezzi termini per criticare l'amministrazione comunale olandese, definendo la decisione come "roba da terzo mondo" oltre che un'ingiustizia nei confronti della gran parte della tifoseria alla quale è stata vietata la trasferta.

La Lazio si schiera contro la città di Amsterdam

Non solo la trasferta vietata, ma una vera e propria operazione di scoraggiamento ai danni dei tifosi della Lazio che non saranno i benvenuti ad Amsterdam. il comunicato della città olandese ha scatenato una reazione immediata in casa biancoceleste e Fabiani ha fatto da portavoce del pensiero di tutta la dirigenza: "È giusto chiarire alcuni aspetti che riguardano il divieto dei tifosi della Lazio ad Amsterdam. Ieri sera quando è trapelata la notizia ci sono stati dei colloqui tra noi e siamo rimasti basiti per questa ulteriore limitazione. Non è la prima volta: a Enschede si sono verificati episodi da terzo mondo coi nostri tifosi che sono stati rinchiusi in due-tre alberghi vietandogli anche di uscire per andare a prendere un panino. È stato quasi un arresto ai domiciliari".

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Il direttore sportivo batte sull'ingiustizia che colpirebbe i tifosi, facendo anche un appello alla UEFA: "Bisogna farla finita, la Lazio non è figlia di nessun dio minore e se c’è qualcuno che fa qualcosa di sbagliato, è giusto che paghi. Ma non riesco a digerire questo tipo di ordinanza ed è bene che la UEFA si metta in contatto con i capi di gabinetto per riscontrare le criticità per disputare queste gare su campo neutro. È una roba da terzo mondo".

Lo sfogo di Fabiani è lungo e molto sentito e riflette lo sconcerto nato in casa Lazio dopo il comunicato arrivato da Amsterdam. E il dirigente non manca di ricordare il precedente dei tifosi olandesi in Italia, individuando una disparità nel trattamento da parte dei vertici europei: "Neanche nel terzo mondo si verificano situazioni di questo tipo. Le provocazioni di antisemitismo e razzismo sono ignobili. Qualche tempo fa, proprio da quelle parti, quando sono venuti qua hanno fatto qualcosa di increscioso. Noi non facciamo politica, non facciamo nulla che riguardi il calcio giocato e per questo rivendichiamo gli stessi diritti delle altre società".

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