Alvaro Morata è l’emblema della Spagna a due facce di EURO 2020
Alvaro Morata si è sbloccato ma la Spagna non riesce a vincere. L'attaccante della Juventus, dopo le critiche dei giorni scorsi, aveva ricevuto tutti gli attestati di stima da parte del gruppo della Roja e da Luis Enrique, che lo ha riconfermato nella formazione titolare anche nel secondo match contro la Polonia. Il numero 7 della selezione spagnola dopo aver battuto Szczesny da pochi passi ha dovuto attendere la revisione del VAR per esultare e dopo aver abbracciato i suoi compagni è corso dal suo CT: il rapporto tra i due è sano e c'è stima reciproca, si nota anche in questi piccoli dettagli. Il calciatore nato a Madrid era riuscito a prendersi la rivincita su chi lo aveva giudicato in maniera molto forte dopo la gara d'esordio contro la Svezia ma nella ripresa riecco i fantasmi: prima il tap in sbagliato dopo il palo colpito su rigore da Gerard Moreno e poi la parata di faccia del portiere della Polonia su una sua conclusione da pochi passi.
Il classe 1992 non è riuscito a regalare i 3 punti alla sua nazionale nel secondo match di EURO 2020 e quando è stato sostituito sono arrivati molti fischi, oltre agli applausi, dal pubblico presente a La Cartuja di Siviglia. Il clima intorno a Morata è pesante e la prossima sfida contro la Slovacchia sarà decisiva per il prosieguo del cammino della Spagna al campionato europeo.
L'ex Atletico Madrid, Chelsea e Real Madrid sembra l'emblema della Spagna a due facce che Luis Enrique ha messo insieme per questo appuntamento continentale: una squadra che nelle due gare di EURO 2020 è andata oltre il 70% di possesso palla, ha condotto la gara sempre e comunque ma non è riuscita a incidere negli ultimi 16 metri. Alvaro Morata ha segnato 4 degli ultimi cinque gol della Spagna agli Europei ma in alcuni casi non sono risultati decisivi e questo ha influito molto sul giudizio complessivo.
Questi momenti di poca concretezza offuscano tutto il resto e così accade anche per il resto della squadra: dopo aver dominato in lungo e in largo per buona parte del match c'è sempre l'episodio che non permette il salto in avanti. Nel prossimo match non si potrà più sbagliare, altrimenti l'eliminazione è dietro l'angolo.