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Allenatore scoperto ad avere una relazione con una calciatrice, licenziato: “Non sono un criminale”

Willie Kirk è stato licenziato dal Leicester femminile dopo che è stata scoperta la relazione con una sua calciatrice. Il tecnico si difende e racconta la sua versione dei fatti: “Penso che la gente in questo momento dica: ‘È un cattivo allenatore, è un cattivo marito, è un cattivo essere umano’. Ho sbagliato, ma non sono un criminale”.
A cura di Paolo Fiorenza
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È passato un mese e mezzo da quando Willie Kirk è stato licenziato dal Leicester femminile dopo che è stata scoperta la sua relazione con una calciatrice della squadra che allenava. Il verbo è al passato, visto che il club inglese lo ha immediatamente cacciato, mentre la giocatrice – di cui è stato tenuto nascosto il nome – milita ancora nella formazione della Women's Super League, la massima serie del campionato inglese. Il 45enne tecnico scozzese ha atteso in silenzio che la tempesta si placasse un po', prima di dare la sua versione dei fatti e difendersi a spada tratta dall'essere "un cattivo allenatore, un cattivo marito, un cattivo essere umano".

Il 55enne Kirk era stato nominato allenatore del Leicester femminile nel novembre del 2022, la vicenda che gli è costata il posto è esplosa l'8 marzo di quest'anno, quando il club lo ha sospeso e ha avviato un'indagine su una presunta relazione tra lui e una delle calciatrici della squadra. Si è sollevato un polverone, con molti addetti ai lavori schierati contro il tecnico, sostenendo che i rapporti tra allenatori e giocatrici sono inappropriati. Il 28 marzo il Leicester ha licenziato Kirk in seguito all'indagine, avendo scoperto che aveva "violato il codice di condotta della squadra a un livello tale da rendere la sua posizione insostenibile".

Intanto il dibattito sui limiti che non si dovrebbero oltrepassare nella situazione che lo ha visto protagonista è andato avanti, visto che non è stato il primo e non sarà l'ultimo. Kirk adesso si sfoga al Daily Mail e spiega di volersi assumere la responsabilità delle sue azioni, ma anche mettere le cose in chiaro e difendere la sua onorabilità: "Ci sono un certo numero di cose che devo togliermi dallo stomaco. Prima di tutto io e mia moglie siamo separati da più di un anno. Penso che la gente in questo momento dica: È un cattivo allenatore, è un cattivo marito, è un cattivo essere umano".

Kirk è nel calcio femminile da parecchi anni: il suo curriculum include vittorie in Coppa di Scozia con l'Hibernian, una finale di FA Cup con l'Everton e una promozione con il Bristol City. Il suo approdo sulla panchina del Leicester nel novembre di due anni fa segnò la riscossa della squadra, presa ultima con zero punti dopo sei partite e fatta risalire fino alla salvezza. Fu nei mesi successivi e dopo l'inizio della nuova stagione che Kirk ricevette inaspettatamente un approccio che andava oltre il calcio: "Una delle calciatrici mi ha contattato lontano dal lavoro per esprimere i suoi sentimenti per me. Ho detto ‘è ridicolo' e ho chiuso tutto".

Il tecnico sostiene di aver rifiutato ripetute avance nei mesi successivi: diceva "non succederà mai, c'è un codice di condotta". Le cose sono cambiate quando la calciatrice si è infortunata alla fine del 2023: "Penso che questo sia ciò che ci ha giustificato. Si è infortunata alla fine dell'anno solare e stava facendo la riabilitazione lontano dal campo di allenamento. Poco prima di Natale ho accettato di incontrarci a livello personale. Era infortunata, quindi questo non mi avrebbe impedito di fare il mio lavoro perché non poteva essere selezionata per la squadra. Ovviamente stavo cercando di giustificarlo a me stesso, cosa che non ha mai funzionato. Dopo Natale abbiamo cominciato a vederci una volta alla settimana, quindi lei veniva qui, oppure la settimana dopo andavo io da lei".

Willie Kirk è stato in carica un anno e mezzo al Leicester femminile
Willie Kirk è stato in carica un anno e mezzo al Leicester femminile

Kirk sapeva che la relazione non era etica: "Arrivavamo ​​al buio, partivamo al buio, chiaramente perché sapevamo che era sbagliato". Nella pausa per le nazionali di febbraio, Kirk e la sua compagna hanno corso un rischio che si è rivelato decisivo per far scoprire la relazione: "Ho detto che sarei andato qualche giorno a Milano. E lei ha detto. ‘Perché non andiamo via insieme?'. Le ho risposto che era un passo troppo grande, ma alla fine abbiamo deciso di allontanarci qualche giorno. Ci ​​siamo convinti a vicenda che potevamo farcela. Siamo partiti in giorni diversi e abbiamo trascorso due notti in Italia, poi siamo tornati con voli separati. Quando siamo tornati, ci siamo detti che eravamo andati troppo oltre e che uno dei due avrebbe dovuto lasciare il club a fine stagione. Eravamo d'accordo che stavamo correndo un rischio troppo grande".

Quello che lo scozzese non sapeva era che la sua relazione era stata scoperta da un dirigente di un altro club della Women's Super League, che lo ha denunciato al Leicester: "Sono stato convocato ad una riunione in cui mi è stato detto che c'era stata una denuncia contro di me e che sarebbe stata avviata un'indagine. Sono passati dieci giorni, ci stavamo preparando per la partita di FA Cup contro il Liverpool. Quindici minuti prima dell'ultima sessione di allenamento del venerdì, sono stata trascinato in ufficio dal direttore della sezione femminile. L'avvocato del club era lì e sapevo di cosa si trattava. Hanno detto che avevano bisogno che io fossi onesto: ‘Hai una relazione con una calciatrice? Sappiamo tutto, sappiamo che sei stato in Italia, sappiamo che è iniziato poco prima di Natale‘".

Kirk ha poi ammesso la relazione e, dopo un'indagine di tre settimane, è stato licenziato per colpa grave. Poi ha fatto appello contro la decisione, ma senza successo, mentre la calciatrice resta nel club: "Ammettendolo, sono stato trattato e mi sono sentito come un criminale – dice ora lo scozzese – Penso che il club avrebbe potuto gestire meglio la situazione. Ho avuto la sensazione che ci fosse una mancanza di coerenza con le indagini precedenti. Dipende da me, è colpa mia, non avrei mai dovuto fare nulla. Esiste un codice di condotta, io sono stato coinvolto nella sua attuazione e nel rispettarlo giorno per giorno e nel cercare di definire i nostri standard, quindi è assolutamente ridicolo che sia io quello che lo ha violato. Penso che il modo in cui è stata gestita la questione abbia creato molta incertezza, voci e controvoci. Per quanto difficile sarebbe stato, ho sentito che avrei avuto bisogno di un incontro con lo staff e le calciatrici per spiegarmi, scusarmi faccia a faccia e dare la mia versione della storia. Forse non mi avrebbero tenuto, ma non lo sapremo mai".

La relazione intanto non è stata interrotta, svela lo scozzese: "Ho odiato me stesso. Odiavo il club. Ho avuto momenti in cui mi sono risentito per la relazione, anche se è ancora in corso. Non si trattava di un allenatore che esercitava il proprio potere dicendo: ‘Vieni a letto con me e ti metterò nell'undici titolare'. Non sono un criminale, non ho commesso un crimine. Ho messo a repentaglio un ambiente e questa è una cosa piuttosto grave. Il club ha commesso degli errori in passato, sono arrivato, ho ribaltato un gap di punti che non era mai stato recuperato prima, ho mantenuto la permanenza nella massima serie. Ora ho commesso un errore e non vogliono avere niente a che fare con me".

Una vicenda che mette a repentaglio l'intera carriera di Kirk. Prima del suo licenziamento dal Leicester, era considerato uno degli allenatori più brillanti della Women's Super League inglese. Adesso c'è chi sostiene che non dovrebbe mai più lavorare nel calcio femminile, visto che potrebbe ripetere lo stesso comportamento anche in futuro. Ora il 45enne potrebbe trovare lavoro più facilmente nel calcio maschile, ma è in quello femminile che ha fatto la sua intera carriera e non vuole mollare: "Ho lavorato molto duramente per arrivare a una posizione in cui potevo dedicarmi a tempo pieno al calcio. Sono rimasto nel calcio femminile anche quando ho ricevuto offerte dal calcio maschile. Penso di aver fatto la mia parte nel cercare di far crescere il gioco, la quantità di calciatrici che ho aiutato a far crescere".

"È quello che so fare – continua Kirk – Ho investito così tanta energia nel conoscere il panorama, conoscere le calciatrici di tutto il mondo. Sarebbe quasi come ricominciare da capo nel calcio maschile. Sento che devo provare a restare nel calcio femminile perché ci ho messo dentro così tanto. Non voglio allontanarmene. Dopo 14 anni passati a costruire la mia reputazione, penso che sarebbe duro vederla distrutta da un errore. È un mio errore, non avrei mai dovuto mettermi in quella posizione e mi pento di aver preso quella decisione. Spero che qualcuno sia disposto a vedere il buono in me. La prossima settimana parlerò con un paio di club fuori dal Regno Unito, quindi spero che ne venga fuori qualcosa. Negli ultimi cinque anni nella WSL, escludendo i primi quattro, sono il secondo allenatore di maggior successo in termini di punti a partita. Non posso certo essere testardo e non accettare un lavoro nel calcio maschile se questa è l'unica cosa da fare, perché ho un figlio di tre anni e ho le bollette da pagare. Ma sono fermamente convinto di voler rimanere nel calcio femminile grazie al lavoro che ho svolto e che voglio continuare a portare avanti".

"Mi pento della mia decisione di avere una relazione con una calciatrice della mia squadra, sappiamo che nello sport d'élite è un limite che non dovrebbe essere oltrepassato. Ma sappiamo anche che nella vita di tutti i giorni è un limite che viene continuamente superato. Penso che molte organizzazioni riconoscano che molte relazioni iniziano sul posto di lavoro. Certamente non mi pento dell'esito della relazione", conclude Kirk, evidentemente ancora innamorato della sua compagna.

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