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Allegri scopre le carte sull’allontanamento di Bonucci dalla Juve: “Siamo stati chiari da febbraio”

La verità di Allegri sul caso Bonucci: “Sia io che la società siamo stati chiari da febbraio: avrebbe dovuto decidere se continuare da un’altra parte o smettere”
A cura di Ada Cotugno
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Massimiliano Allegri svela tutta la sua verità sul caso Bonucci: il difensore della Juventus è stato messo fuori rosa all'inizio della preparazione estiva, ma a pochi giorni dalla chiusura del calciomercato non ha ancora trovato una nuova squadra. A nulla sono valse le richieste di reintegro, tutte negate dal club bianconero che lo ha praticamente messo alla porta.

L'Union Berlino aspetta il suo via libera per procedere nella trattativa, così come la Lazio che è da tempo interessata al giocatore. Ma fino ad ora Bonucci non si è arreso al fatto di essere fuori dal progetto. Allegri ne ha parlato in una lunga intervista concessa a DAZN, nel corso della quale analizza la situazione svelando alcuni retroscena sul caso più spinoso dell'estate dei bianconeri.

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Alla Juve non c'è più spazio per il difensore, ma l'esclusione non è arrivata proprio come un fulmine a ciel sereno: "Mi dispiace che sia finita così. Con Leo siamo stati chiari da febbraio scorso, ci ho parlato diverse volte. Sia io che la società, dicendo che l'anno prossimo sarebbe stato un anno in cui avrebbe dovuto decidere se continuare da un'altra parte o smettere". I bianconeri avevano deciso di giocare a carte scoperte, chiarendo la loro posizione.

Secondo Allegri è il momento di voltare pagina e pensare al futuro, soprattutto perché Bonucci non rientra più nel progetto della sua squadra: "Quando arrivi a 36 anni, hai fatto la storia della Juve, 500 partite e sei stato un giocatore in campo anche zoppo… Ha dato tanto alla Juve, la Juve ha dato tanto a lui. Deve prendere una decisione importante per lui, guardando il futuro e non a un anno. E' giovane. Ciò che dico l'ho detto a lui in tempi non sospetti: è normale che un campione come lui arriva a fine carriera, se non è quest'anno sarà l'anno prossimo, e la paura di smettere c'è, è normale. Resta nella storia della Juve, 500 partite le fanno in pochi".

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