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Allegri ora fa pena ad Adani, scatta l’umana pietà: “È troppo facile attaccarlo, va sostenuto”

È uno dei momenti più difficili della carriera di allenatore per Massimiliano Allegri, alle prese con un avvio disastroso di stagione dopo essere tornato alla Juventus. In suo soccorso arriva perfino un suo antagonista storico come Lele Adani, che chiede di non sparare sulla croce rossa: “Ora è troppo facile attaccare Allegri, va sostenuto”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Lele Adani si accinge a cominciare la sua nuova avventura come opinionista a 90° minuto su Rai 1, dopo l'addio a Sky Sport, ma non dimentica il suo tradizionale antagonista di filosofia calcistica Massimiliano Allegri, col quale diede vita ad uno scambio di vedute molto animato qualche anno fa. Il 47enne ex calciatore di Inter, Fiorentina e Brescia interviene adesso per chiedere di non sparare sulla croce rossa, visto il momento di grande difficoltà vissuto dal tecnico livornese dopo il suo ritorno alla Juventus.

"Ora è troppo facile attaccare Allegri, va sostenuto", dice Adani a Repubblica. Ma non si pensi che l'umana pietà dell'opinionista sia sostenuta da un cambio di idee sul calcio proposto dall'allenatore toscano: "Dopo quella lite non ci ho più parlato. Io mi auguro che si adegui al tempo: già quello che cercava lui tre anni fa era da cambiare, il calcio era già quello di Tuchel, di Klopp, ma anche di De Zerbi, Gasperini, Italiano, guardate oggi Pioli".

Adani torna su quel momento di grande opposizione con Allegri sugli schermi di Sky: "A me va bene se dici che per te il calcio è qualcosa di diverso da quello che dico io, ma devi argomentarmelo, non toglierti il microfono, perché così togli il confronto agli spettatori. Già tre anni fa il calcio andava in una certa direzione: mancava il coraggio e spesso la competenza di ammettere cose che erano davanti a tutti. È molto più facile criticare superficialmente, l’opinione libera dà fastidio".

Dal canto suo, ad Allegri non dispiace essere preso di mira, anzi preferisce quello piuttosto che essere commiserato: "Preferisco essere criticato, ma vincente – spiega nella conferenza di vigilia del match contro la Sampdoria – La compassione si ha solo per chi non vince. A me non piace essere compatito, preferisco essere vincente. È una regola di vita. Si ha compassione per chi sta male. Leggo tutto, fa parte del mio lavoro. Alcune critiche sono costruttive e ci ragiono sopra, altre mi interessano perché faccio il contrario. Per me è divertente, sennò mi annoio". Diciamo che in questo avvio di stagione il buon Max non si è annoiato…

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