Allegri individua il problema cronico della Juventus: “Lo sbagliamo da inizio stagione”
Dopo il mini-ritiro post crollo di Maccabi, Allegri è tornato a parlare in conferenza stampa alla viglia di un derby che potrebbe essere l'occasione giusta per ripartire. Il tecnico che ha affrontato tutti i temi più spinosi, dal cambio di programma di ieri allo spogliatoio tutt'altro che coeso, ha ribadito più volte che quella contro i granata dovrà essere solo la prima, di una lunga serie di risposte convincenti che i bianconeri dovranno dare.
Impossibile per Max non partire proprio da quanto accaduto in settimana e in particolare dal caso del ritiro. Dopo il ko in Champions, c'è stato un piccolo dietrofront sul ritiro il cui inizio è stato rinviato. Dietro questa scelta ci sarebbe stato il malessere dei giocatori che avrebbero considerato il tutto come un provvedimento punitivo, dopo il mancato dialogo con il tecnico. Allegri però ha smentito tutto: "Non era una punizione è solo un momento per stare insieme e trovare il tempo per fare doppi allenamenti e ridare ordine. Quando mancano i risultati si tende a vedere più nero di quello che è. Stare insieme e parlare fa bene, anche se poi il campo dà le risposte. Ho parlato con la squadra, come ci parlo sempre, quando siamo rientrati, eravamo stati tre giorni in ritiro e venivamo da due giorni con il Milan. Dovevamo andare a casa a prendere la roba e ho detto ‘ci vediamo domattina'".
Dopo la strigliata pubblica e negli spogliatoi del presidente Agnelli, è arrivato il momento di invertire la rotta. Per questo Allegri ha voluto chiarire che tutto l'ambiente è compatto, anche in questo caso definendo infondate le voci relative a divergenze con il gruppo: "Assolutamente no, voci infondate. La squadra non ha mai chiesto di non fare il ritiro perché sappiamo il momento. Siamo concentrati nel volerci tirar fuori da questa situazione, sappiamo che non potremo farlo con una partita, ma dobbiamo fare risultato. Gli obiettivi sono sempre gli stessi, siamo in ritardo in campionato e abbiamo pagato la settimana da Salerno a Monza. Abbiamo 29 partite e tutto il tempo per recuperare e dobbiamo farlo, in Champions vedremo dopo l'Empoli".
Per questo per la scelta della formazione (che ha rivelato di non avere ancora chiara con Vlahovic, Milik e Kean che si giocheranno due posti) dipenderà soprattutto dal minutaggio e non da altri fattori, o bocciature: "A seconda di chi ha giocato di più c'è bisogno di far rifiatare a livello fisico e mentale, la formazione è in base a questo e alle squadre avversarie. Il presidente ha dato carica alla squadra e all'ambiente, bisogna compattarsi più di prima tra squadra, staff tecnico e tifosi. Bisogna fare cose semplici e ordinate. Non è che uno vince e gli altri perdono, vinciamo tutti insieme e perdiamo tutti insieme.
Di fronte alle domande sui numeri impietosi e sulla condizione fisica precaria della sua squadra, Allegri ha voluto chiarire un aspetto statistico: "Vi dico un dato, anche se i dati spesso sono fini a se stessi e diventa un circolo vizioso. Nelle sette partite in cui abbiamo corso di più abbiamo fatto 4 pareggi, una vittoria e due sconfitte, in quelle in cui abbiamo corso meno degli avversari abbiamo fatto 3 vittorie e 3 sconfitte. I dati sono tutti validi ma non è che ce n'è uno che risolve il problema. Ora più che i dati, vi vuole attenzione, ordine e cattiveria agonistica contro una squadra che lo sfrutta".
In conclusione dopo essersi soffermato anche sulle critiche a Paredes ("Non è lui o un altro (non faccio nomi perché sennò domani dite che è stato crocifisso da Allegri), è tutta la squadra"), Allegri ha parlato dell'aspetto maggiormente negativo della sua Juventus, quello che da inizio stagione lo fa letteralmente infuriare: "Una cosa che dall'inizio del campionato abbiamo sbagliato è sui gol che abbiamo preso, tutte situazioni di contropiede subito. È una questione di attenzione difensiva. Quando ci sono questi momenti sembra che la squadra non sia compatta, invece abbiamo tanta voglia di risultati e invertire la tendenza. Nessuno ci regala niente ma dobbiamo andare oltre tutto e superare le difficoltà che fanno parte della vita e del lavoro".