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Allegri al direttore di Tuttosport: “Ci sei se passo?”. Vaciago racconta l’uomo che ha avuto davanti

Il direttore di Tuttosport Guido Vaciago racconta il messaggio ricevuto da Massimiliano Allegri e che cosa è successo dopo: la visita del tecnico nella redazione del quotidiano poco prima che la Juventus lo esonerasse e il chiarimento tra i due. È l’immagine di un uomo profondamente pentito: “Me lo ha spiegato con uno sguardo quasi lucido”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Se il fronte aperto con la Juventus potrebbe ancora riservare a Massimiliano Allegri sviluppi non esattamente forieri di cose buone – soprattutto per le sue tasche, in caso di contenzioso volto a trasformare l'esonero in licenziamento per giusta causa, con conseguente perdita dei tanti milioni che ancora sono previsti dal suo contratto con scadenza 2025  – il tecnico livornese ha voluto chiuderne un altro molto velocemente, chiedendo un incontro al direttore di Tuttosport Guido Vaciago, contro il quale si era scagliato nella pancia dell'Olimpico al termine della finale di Coppa Italia vinta sull'Atalanta. Richiesta accettata dal giornalista, che ha ricevuto Allegri in redazione, raccogliendone il rincrescimento per quanto accaduto: vicenda chiusa, dal suo punto di vista.

Ieri è stata una giornata campale per Allegri, che in mattinata ha diretto l'allenamento della Juventus avendo sulla testa la mannaia dell'imminente esonero e/o contestazione disciplinare che avrebbe potuto portare ad un licenziamento per giusta causa (scenario peraltro ancora possibile, alla luce del tenore del comunicato con cui il livornese è stato sollevato dall'incarico), poi ha lasciato la Continassa per la pausa pranzo, ritornandoci nel pomeriggio dopo essere stato convocato dall'Ad Maurizio Scanavino per riceverne la comunicazione che non sarebbe stato più l'allenatore della Juventus. In mezzo c'è stata la visita alla redazione di Tuttosport, previo messaggio inviato da Allegri a Vaciago.

Massimiliano Allegri pensoso all'Olimpico: sapeva di averla fatta grossa
Massimiliano Allegri pensoso all'Olimpico: sapeva di averla fatta grossa

Il direttore della testata torinese racconta l'incontro con Allegri andato in scena in Corso Svizzera, dando il senso di un uomo molto diverso rispetto a quello fuori di sé che lo aveva aggredito e minacciato qualche ora prima a Roma: "‘Ci sei all'una e mezza se passo in redazione?'. La vicenda di mercoledì notte si chiude definitivamente negli uffici di Tuttosport, davanti alla foto della Juventus del 1957-58 e quella del Torino del 1975-76, icone di un calcio di altri tempi, più veri e più saggi, che benedicono la stretta di mano, unica possibile conclusione di un fatto brutto, ma archiviabile perché solo gli stupidi non riescono a chiarirsi".

"Massimiliano Allegri ed io abbiamo fatto pace in cinque minuti e non è stato particolarmente difficile, perché a freddo è diventato più comprensibile il contesto nel quale è esploso lo sfogo di rabbia dell'allenatore bianconero – scrive Vaciago, cercando di disegnare chi gli è arrivato davanti, tutt'altro uomo dalla figura spiritata dell'Olimpico – Qualche ora prima di ricevere la prevista, anzi previstissima, comunicazione dell'esonero, Allegri è un uomo sereno e amareggiato. Pentito di quanto è successo durante e dopo la finale, ma soprattutto dolorosamente consapevole di cosa, quel folle comportamento, gli è costato. Non certo il posto di allenatore della Juventus, che sapeva di perdere comunque a fine stagione, ma un finale diverso, il saluto dello Stadium all'ultima giornata contro il Monza, magari mostrando la Coppa insieme alla squadra".

Allegri con la Coppa Italia vinta sull'Atalanta: un finale rovinato
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Vaciago fa capire quanto Allegri ci sia rimasto male: "È forse una punizione più dura dell'esonero per chi si è sempre sentito e si sente tuttora parte della Juventus e profondamente juventino. Non nel senso del tifoso, che per un professionista del calcio è sempre un concetto un po’ sfumato, ma nel senso di membro di una famiglia di cui è stato parte nella buona e nella cattiva sorte. Me lo ha spiegato con uno sguardo quasi lucido, perché sarebbe stata una chiusura perfetta di un cerchio lungo dieci anni, compresi i due a riposo, con una Coppa a sigillare tutto in modo molto juventino. Niente di tutto ciò, invece".

L'ormai ex tecnico della Juventus si è sentito "un corpo estraneo che il club vuole espellere, aspettando solo il momento giusto, per questo ha accumulato la frustrazione che è esplosa nella serata della Coppa Italia". È "un finale brutto dal quale non si torna indietro, un finale che lascia Allegri svuotato, malinconico, ma anche sereno e pronto a guardare al futuro", chiude il suo racconto Vaciago. Impossibile infierire su una persona che si è presentata davanti a lui in maniera così accorata.

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