Allan condannato a pagare 170mila euro al Napoli: “Violento, aggressivo e quella frase volgare…”
Entusiasmo alle stelle in casa Napoli. Tutto gira a meraviglia per la squadra di Spalletti, prima in campionato e dominante in Champions dove si giocherà il primo posto nel girone contro il Liverpool con la qualificazione agli ottavi già messa in cascina. Sembra lontanissimo il ricordo di quanto accaduto nel 2019, quando in questo periodo scoppiò un vero e proprio terremoto in casa azzurra. Il caso dell'ammutinamento dei giocatori dopo la sfida europea contro il Salisburgo fu eclatante.
Lo spogliatoio di quel Napoli guidato da Carlo Ancelotti esplose, in una delle notti più difficili della gestione De Laurentiis. I giocatori con una presa di posizione molto forte rifiutarono il ritiro imposto dal club, dando il la ad un caso che ha avuto strascichi molto pesanti. Sono poi emersi retroscena al vetriolo, con il confronto molto diretto anche tra alcuni dei giocatori più rappresentativi e i dirigenti. Molto duro in particolare il botta e risposta tra Allan e il vice-presidente Edoardo De Laurentiis, figlio del patron.
Proprio il caso del centrocampista brasiliano, trasformatosi in un vero e proprio contenzioso si è prolungato fino ai giorni nostri. Sullo stesso è intervenuto il legale del Napoli, Mattia Grassani. Intervenuto ai microfoni di Radio Crc, nel corso della trasmissione Si gonfia la rete, il legale ha fatto il punto della situazione, sull'esito del ricorso presentato dal centrocampista che milita attualmente nell'Al-Wahda FC negli Emirati Arabi Uniti contro la multa di 170mila euro comminatagli dal suo ex club.
Grassani ha confermato così quanto accaduto nello spogliatoio e in particolare il comportamento di Allan: "Il tribunale del lavoro di Napoli ha certificato che quanto riportato, in merito alla multa, è tutto dimostrato e vero per questo ha respinto il ricorso. La domanda di Allan era nullità del lodo arbitrale, passando dai 170 mila a 0, e alla fine sono rimasti i 170 mila. Quella sera dentro lo spogliatoio ci furono comportamenti del tutto inappropriati, quello di Allan il più grave di tutti".
Entrando nello specifico, l'avvocato ha ricostruito quanto accaduto con Allan molto aggressivo nei confronti del vice-presidente Edo De Laurentiis: "Quello che emerso nell’arbitrato, in maniera approfondita dopo molti testimoni, è che c’è una spaccata insubordinazione collettiva capeggiata da Allan, che si fece portatore di una carica aggressiva e violenta contro il vice presidente Edo De Laurentiis. Il tribunale ha certificato che l’obiettivo di Allan era caricare fisicamente il vicepresidente, venne fermato dal direttore Giuntoli". Confermata anche la frase urlata da Allan, al numero due del Napoli: "C’è quella frase, veramente volgare e grave, che disprezza la società: ‘devi dire a tuo padre che i 100 mila euro ve li potete mettere a quel posto‘".
Allan al momento non sembra disposto a pagare la multa, ma il Napoli vuole andare fino in fondo: "Non perderemo un giorno per agire, il calciatore ha fatto sapere che quella cifra difficilmente la vorrà pagare. Siamo pronti a partire per Dubai e se ci sarà qualcosa da pignorare non ci fermeremo, perché atteggiamenti come questi vanno perseguiti altrimenti questi personaggi non capiranno mai cosa sia il rispetto e il riconoscimento di chi ti ha dato tanto. La società si attiverà per pignorare tutto ciò che è riconducibile ad Allan".
E ora l'obiettivo è quello di chiudere in tempi brevi questa brutta storia, che tra l'altro vede oggi molti dei suoi protagonisti altrove: "Il procedimento arbitrale dei casi già definiti: Maksimovic, Hysaj e Allan, ha sancito che la squadra aveva correttamente indetto un ritiro per raggiungere migliori obiettivi. Quel ritiro non era punitivo. Avere in rosa giocatori con cui c’è ancora un qualcosa in corso non avrebbe aiutato. Ci sono altri arbitrati pendenti come Insigne, Ospina, Fabian e aspettiamo Koulibaly. È ovvio che se questi giocatori fossero ancora in squadra sarebbe difficile allenarsi e andare poi qualche settimana dopo in tribunale. La scelta del presidente sia stata una scelta di armonia, i fatti post Salisburgo testimoniano come di armonia non ce ne fosse tanta".